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Si e’ conclusa con otto richieste di condanna e sei di assoluzione la requisitoria del pm Stefania Buda nel processo in corso davanti alla sesta sezione del Tribunale di Napoli per la mancata bonifica di Bagnoli e dell’ex Italsider. Otto anni la richiesta del pm per Gianfranco Caligiuri, ex direttore tecnico di Bagnolifutura, sei anni per Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente, cinque anni e mezzo per l’ex vicesindaco di Napoli Sabatino Santangelo, quattro anni e mezzo per Mario Hubler, ex direttore generale della società; 5 anni e 6 mesi per Maria Palumbo, direttore generale del centro campano tecnologia e ambiente; 5 anni per Maria Teresa Anna Celano, dirigente area ambiente della Provincia di Napoli; 5 anni e 8 mesi per Alfonso De Nardo, dirigente Arpac; 5 anni per Giuseppe Pulli, coordinatore del dipartimento ambiente del Comune di Napoli.
Richiesta di assoluzione per un altro ex vicesindaco di Napoli, Rocco Papa, e per un altro ex direttore generale di Bagnolifutura, Carlo Borgomeo e per tecnici e responsabili di laboratorio finiti sotto processo, come Daniela Cavaliere, Gaetano Cortellessa, Federica Caligiuri e Antonio Ambretti. L’accusa, sulla scorta anche di una perizia disposta dal Tribunale, ha contestato agli imputati i reati di truffa e disastro ambientale, dal momento che le aree industriali in questione, un tempo occupate da Italsider ed Eternit, sono risultate pesantemente inquinate. La sentenza è prevista a dicembre.
Le aree in questione – secondo la Procura – non solo non sarebbero mai state sottoposte a interventi di bonifica, ma addirittura sarebbero peggiorate dopo gli interventi attuati, con pesanti ricadute sulla salute dei cittadini. Nella prossima udienza, in programma il 20 ottobre, la parola alle difese. La sentenza e’ attesa tra fine dicembre e l’inizio del prossimo anno. Il Comune di Napoli, rappresentato dall’avvocato Fabio Ferrari, si e’ costituito parte civile: “Sono richieste coerenti con l’impostazione dell’accusa – commenta – e con una requisitoria che ha confermato la presenza del disastro. Da notare che il pm ha richiesto una condanna anche per disastro legato alla colmata. Bene fece il sindaco a ordinare a Fintecna nel 2013 la messa in sicurezza dei luoghi”.
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