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A Nocera Inferiore “ci fu un patto con la camorra”: lo dice il Riesame. Appare impossibile che Antonio Pignataro possa aver deciso di appoggiare così intensamente un progetto edificatorio per uno scopo puramente filantropico». Lo scrivono i giudici del Riesame, le cui motivazioni rafforzano l’esistenza di uno scambio elettorale politico-mafioso. «L’esistenza di un accordo – si legge – è confermata anche da Bianco». Ma nessuno aveva scopi “caritatevoli” su quel progetto, perché «anche Ciro Eboli era mosso da finalità utilitaristica e speculativa, celata dietro lo schermo di comodo messo a disposizione in modo compiacente da don Alfonso Santoriello, dello sviluppo della parrocchia di San Giuseppe». E ancora: «Bianco si aspettava da Pignataro un pacchetto di 100 voti. Sapeva ed era ben conscio che si trattava di soggetto capace di controllare un certo numero di voti grazie alla capacità intimidatoria derivante dalla sua notoria e storica appartenenza alla camorra. Ha raccolto con entusiasmo, in modo inquietante, la proposta di intesa elettorale proveniente da un boss condannato per molteplici omicidi». Da una parte regge l’accusa di scambio, dall’altra cade quella di associazione camorristica: per il Riesame non c’è prova che vi fosse sodalizio criminale.
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