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Sant’Antonio Abate. Un vero e proprio teatro di terrore in una casa alla periferia del comune abatese. Per cinque lunghi anni una ragazzina, che all’ inizio dei fatti aveva sei anni, ha subito violenze sessuali dallo zio 50enne. Tutto questo è successo dal 2008 al 2013 prima che Marika (nome di fantasia) raccontasse tutto ad un’amica su Facebook. La ragazzina veniva affidata dalla madre di tanto in tanto allo zio che si è sempre mostrato gentile e disponibile.
Ieri mattina si è celebrata l’udienza del processo e a testimoniare è stata chiamata un’altra 15enne amica di Marika, protetta e separata da un telo verde per non mostrare il suo volto alle parti interessate al processo. Con voce marcata e decisa ha confermato quanto aveva già raccontato agli inquirenti tre anni fa, durante il primo interrogatorio.
Settembre 2013. Era la fine del mese quando Marika scrisse un post su Facebook che indusse l’amica a contattarla in privato. “Mi disse che lo zio aveva abusato sessualmente di lei per anni ha detto ieri la ragazza, durante il processo ma non mi spiegò in che modo. Io le consigliai di dirlo subito alla mamma e denunciare tutto, perché era una cosa gravissima. Ne riparlammo qualche tempo dopo, di nuovo, sempre su Facebook. Lei però, non volle scendere in particolari”. Qualche settimana dopo Marika disse tutto alla mamma. Nel frattempo lei e la madre già si erano rifatte una vita in un piccolo Comune del Nord. La Procura di Torre Annunziata ha indagato ed ottenuto il processo per lo zio pedofilo, accusato di abusi sessuali alla nipotina.
Emilio D’Averio
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