Napoli/Salerno – I conti correnti intestati a soggetti residenti tra Napoli e Salerno sarebbero stati la “cerniera” utilizzata per far transitare e monetizzare in tempi rapidissimi i proventi delle truffe via SMS, prima dei trasferimenti all’estero o dei prelievi in contanti.
È uno dei passaggi chiave emersi nell’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Chieti, coordinata dalla Procura, che ha smantellato una rete specializzata nello smishing con ramificazioni tra Toscana e Campania e flussi finanziari diretti anche in Belgio e Lussemburgo.
L’inchiesta nasce dalla denuncia di una vittima anziana raggirata il 15 ottobre 2025: un SMS, presentato come messaggio di una società di pagamenti digitali, avrebbe innescato il contatto con falsi operatori e il furto delle credenziali di home banking. Una volta ottenuto l’accesso, i truffatori avrebbero disposto due bonifici istantanei per un totale di 96.300 euro, operando con tempistiche tali da rendere difficile l’intervento della vittima.
La rotta dei soldi in Campania
Secondo la ricostruzione investigativa, il denaro veniva indirizzato su conti correnti in Campania e successivamente “spinto” fuori dall’Italia con bonifici verso Belgio e Lussemburgo oppure trasformato in contante con prelievi presso sportelli ATM nell’area tra Napoli e Salerno. Questo schema, basato su conti di transito e movimentazioni rapide, sarebbe servito a frammentare le tracce e ad accelerare la dispersione delle somme.
Sequestri e indagati
Le perquisizioni hanno portato al sequestro di 685 schede SIM, tre apparati multisim, computer, telefoni e anche carte prepagate indicate come strumenti di transito. Gli indagati complessivi sono 17, con accertamenti ancora in corso per ricostruire l’intera catena di responsabilità e tentare il recupero delle somme.
Il servizio anti-smishing
Le autorità ribadiscono che banche e società di pagamento non chiedono mai credenziali, password o codici dispositivi via SMS o telefono e invitano a non cliccare link, né chiamare numeri contenuti nei messaggi sospetti, usando solo canali ufficiali.
In caso di dubbio, il consiglio operativo è contattare direttamente la propria banca e segnalare l’episodio agli organi competenti (ad esempio Polizia Postale), evitando azioni d’impulso dopo messaggi allarmistici.
Fonte REDAZIONE





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