Napoli – Il Tar della Campania ha respinto il ricorso per l’apertura di un centro scommesse in provincia di Napoli, confermando la decisione del Commissariato di Polizia di Torre Annunziata di negare la licenza di pubblica sicurezza
. La motivazione principale? Il rischio di infiltrazioni criminali legato ai rapporti di parentela con un affiliato alla camorra.
Nonostante il titolare dell’attività risulti incensurato, i giudici amministrativi hanno ritenuto che la presenza di legami familiari con un soggetto legato a un clan camorrista rappresenti un pericolo concreto.
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Nella sentenza, come riporta Agipro news, si sottolinea che attività come i centri scommesse possono avere una gestione collettiva e una regìa familiare, sia di diritto che di fatto, e che le decisioni possono essere influenzate indirettamente anche da un parente affiliato alla criminalità organizzata.
Il Tribunale ha preso in considerazione la situazione abitativa del titolare, che risulta abitare “nello stesso stabile del genitore”, ritenendo sufficiente tale circostanza per valutare la rilevanza dei rapporti di parentela ai fini di un collegamento, anche indiretto, tra la società e ambienti della criminalità organizzata.
Respinta anche l’interpretazione del ricorrente secondo cui il clan di affiliazione del padre non sarebbe più attivo nel territorio interessato. Dagli atti processuali emerge che il gruppo criminale opera ancora nella zona e conserva la capacità di influenzare diverse attività economiche.
Fonte REDAZIONE





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