

La protesta di lavoratori e lavoratrici di Burger king
Napoli – Un presidio silenzioso ma carico di significato, illuminato solo da candele e dalle torce dei cellulari.
È la protesta andata in scena sabato sera davanti ai locali dell’ex Burger King della Stazione Centrale di Napoli, chiuso lo scorso ottobre dopo vent’anni di attività in seguito al passaggio di gestione a Grandi Stazioni. Nelle ultime ore, ai lavoratori è stata tolta anche la corrente elettrica, ma la decisione non ha fermato la mobilitazione.
I dipendenti licenziati continuano a presidiare quello che per due decenni è stato il loro posto di lavoro, denunciando l’assenza di risposte sul futuro occupazionale e l’esclusione dai progetti di riqualificazione della stazione. Al loro fianco il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che segue la vertenza fin dall’avvio della procedura di licenziamento.
“Vigliaccamente hanno tolto anche la luce, ma non riusciranno a spegnere la dignità di una battaglia per il diritto al lavoro – ha dichiarato Borrelli –. Questi lavoratori hanno perso tutto dopo vent’anni e meritano di essere ricollocati nei nuovi progetti di Grandi Stazioni.
L’atteggiamento dei manager della società che fa capo a Ferrovie dello Stato è inaccettabile: nessun dirigente si è mai presentato ai tavoli convocati dal Prefetto, nessun piano di riqualificazione è stato illustrato, nessuno ha avuto il coraggio di guardare in faccia queste persone”.
Il deputato punta il dito contro quella che definisce “un’opacità grave”, ricordando le condizioni di lavoro degli ultimi mesi: “Stipendi modesti, un’estate senza aria condizionata, ora il buio totale. Tra questi lavoratori ci sono madri con figli, padri di famiglia, persone prossime alla pensione che difficilmente troveranno una nuova occupazione. Ci aspettavamo almeno un gesto di umanità, soprattutto alla vigilia di quello che sarà per molti il Natale più duro di sempre”.
Ferma anche la posizione dei dipendenti, che annunciano la prosecuzione del presidio: “Questo luogo ha rappresentato per vent’anni la nostra vita – spiegano –. Ci hanno tolto tutto, persino la luce, ma non la dignità. Sentiamo parlare di investimenti e riqualificazione, ma siamo stati esclusi da tutto. Non chiediamo favori: vogliamo solo tornare a lavorare per mantenere onestamente le nostre famiglie”.
Il Natale, annunciano, lo trascorreranno lì, davanti ai locali chiusi, chiedendo alle istituzioni di assumere un ruolo attivo nel confronto con Grandi Stazioni e di non lasciare soli i lavoratori.
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E' veramente triste vedere come questi lavoratori sono stati trattati, non è giusto che dopo vent'anni non ci siano risposte sul futuro. La mancanza di luce è solo l'ultima di una serie di ingiustizie che devono essere affrontate.