Il sorriso di Bruno Petrone è diventato un simbolo di speranza dopo una notte di violenza che ha sconvolto Napoli. A pochi giorni dall’aggressione subita nel cuore della movida di Chiaia, il calciatore 18enne dell’Us Angri 1927 si mostra per la prima volta dal letto d’ospedale, con il volto segnato dalla sofferenza ma illuminato da un sorriso che rassicura familiari, amici e tifosi.
«Il sorriso di Bruno: un regalo per tutti noi. La nostra felicità è vederlo sorridere e rivederlo, al più presto, correre e giocare di nuovo». È il messaggio pubblicato sui social dalla società sportiva che ha voluto condividere lo scatto del giovane atleta, ricoverato dopo essere stato accoltellato nelle prime ore del 27 dicembre in via Bisignano, tra i baretti e la folla della movida notturna.
Quella che doveva essere una normale serata di festa si è trasformata in un incubo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Bruno sarebbe stato accerchiato da un gruppo di ragazzi al culmine di una lite scoppiata per futili motivi.
In pochi istanti la situazione è degenerata: un coltello a farfalla è spuntato tra la calca e il 18enne è stato colpito con due fendenti, uno dei quali all’addome. Le ferite si sono rivelate gravissime: i medici sono stati costretti ad asportargli la milza per salvargli la vita.
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Il gip ha lasciato in carcere i 4 minorenni
Per quell’aggressione sono finiti in carcere quattro minorenni, un ragazzo di 15 anni e tre di 17. A poche ore dai fatti si erano costituiti spontaneamente insieme a un quinto giovane, che è stato denunciato a piede libero. Oggi il gip del tribunale per i minorenni di Napoli, al termine degli interrogatori di garanzia, ha confermato la custodia cautelare in carcere per tutti e quattro.
I ragazzi, assistiti dai rispettivi legali, avrebbero confermato quanto già dichiarato ai carabinieri, sostenendo che l’accoltellamento non fosse premeditato. Una tesi che, allo stato, non ha convinto il giudice. A loro carico resta l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili, in concorso. Al più giovane del gruppo, il 15enne, viene contestato anche il porto e l’uso dell’arma da taglio, il coltello a farfalla poi sequestrato.
Intanto Bruno continua il suo lento percorso di recupero. È ancora ricoverato, ma le sue condizioni sono in miglioramento. La foto che lo ritrae sorridente ha fatto il giro dei social, diventando il volto di una città che, ancora una volta, si interroga sulla violenza giovanile e sulla deriva di alcune notti di movida.
Un sorriso che oggi vale più di mille parole. E che, per chi gli è vicino, rappresenta la prima, vera vittoria dopo una tragedia sfiorata.
Fonte REDAZIONE






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