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Clemente Mastella mette il presidente eletto della Regione Campania di fronte a un bivio. O il leader di Noi di Centro e sindaco di Benevento entra in Giunta insieme ai consiglieri e candidati della sua formazione, o la sua lealtà politica verso Fico — per ora salda — diventa negoziabile.
"La mia fedeltà verso il presidente resta intatta, ma lo stop alla Giunta per consiglieri e candidati mi vede in profondo e radicale disaccordo", scrive Mastella in una nota che suona come ultimatum: se le porte della Giunta si apriranno ai segretari nazionali e agli ex ministri, allora "il capo di Noi di Centro sono io. Metto sul tavolo il mio nome e la mia storia".
Lo scontro rivela la prima crepa nel "campo largo" appena costituito. Chi ha rischiato la faccia in campagna elettorale — raccogliendo consensi con il fango addosso — non può essere scavalcato da chi "era comodamente in poltrona", tuona Mastella. È una questione di rappresentanza e di democrazia, non di poltrone.
Il sindaco beneventano contesta la logica degli esterni in Giunta, ricordando che in Francia deputati e ministri non coincidono ma i deputati eletti possono comunque accedere al governo, mentre in Puglia lo statuto regionale impone che 8 assessori su 10 siano scelti tra i consiglieri. "Le regole vanno stabilite prima del fischio d'inizio, non dopo", avverte.
"Rispettate il ruolo dei partiti", chiede Mastella a Fico. "Il metodo più efficace è sempre quello collegiale".