Cronaca Napoli

Ischia, sequestrato un maxi complesso turistico: indagini su 70 anni di abusi edilizi

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Una ferita inferta per decenni al cuore geologico dell’isola. È l’immagine che emerge dal provvedimento con cui la procura di Napoli ha disposto il sequestro preventivo di un vasto complesso turistico-ricettivo in località Succhivo, nel comune di Serrara Fontana. L’area, circa 27mila metri quadrati, sarebbe stata oggetto di interventi abusivi «protrattisi nel tempo a partire dal 1958», trasformando in modo illecito e irreversibile un intero costone tufaceo e accelerando «i processi di distacco e di crollo delle rocce» in un ambiente già fragile.

Il sequestro è stato eseguito dal reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli, al termine di un’indagine condotta dalla sezione Edilizia e Ambiente della procura partenopea. Otto persone risultano indagate per lottizzazione abusiva su manufatti realizzati sul demanio marittimo in un’area vincolata dal punto di vista paesaggistico e idrogeologico, per la realizzazione di una discarica abusiva in zona di protezione integrale e per «distruzione, deterioramento, deturpamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici».

Le investigazioni sono partite da «mirati rilievi aerei» effettuati durante le missioni di controllo con elicotteri Aw139 dotati di sensoristica avanzata. L’analisi aerofotogrammetrica ha permesso di individuare «molteplici attività antropiche non autorizzate, ancora in corso di realizzazione», che hanno inciso in modo irreversibile su formazioni rocciose modellate nel corso dei millenni.

A confermare il quadro sono anche le valutazioni tecniche di un esperto in urbanistica e di una docente di geologia ambientale della Federico II. Gli accertamenti hanno documentato la presenza di volumetrie artificiali, cunicoli, terrazzamenti e cavità scavate nella roccia viva «senza alcuna certificazione o autorizzazione», alterando l’orografia naturale e compromettendo definitivamente il delicato equilibrio del costone.

I materiali di risulta sarebbero stati accatastati lungo la falesia, dove è stata rinvenuta una discarica abusiva di circa 200 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, utilizzati nella creazione di terrazzamenti e scarpate. Le opere realizzate, evidenzia l’indagine, violavano la normativa urbanistica e paesaggistica e hanno contribuito a ricavare nel costone grotte artificiali, adattate nel tempo alle esigenze della struttura ricettiva e pubblicizzate anche sui canali social.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 4 Dicembre 2025 - 16:05 - Vincenzo Scarpa
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Vincenzo Scarpa