
Cercola – Un’auto familiare trasformata in una trappola mortale: i Carabinieri della Tenenza di Cercola hanno arrestato nella notte Domenico Paone, 40 anni, e Giuseppina Borriello, 38 anni, già noti alle forze dell’ordine, sorpresi al volante con due figli piccoli a bordo – di 2 e 10 anni – e un carico di fuochi d’artificio illegali dal potenziale distruttivo devastante.
Il posto di blocco fatale: che ha salvato vite
Durante un routine controllo stradale in via Cupa del cavallo, i militari fermano una Fiat Panda con a bordo quella che sembrava una famiglia qualunque. Ma l’occhio esperto dei Carabinieri individua subito l’anomalia: nel bagagliaio, abilmente nascosti ma evidenti per il volume e l’odore acre di polvere da sparo, 29 ordigni di tipo “Cobra” e “Cipolle”. Il peso totale? Oltre 2,5 chili di miscela pirica ad alta densità, una quantità equivalente a una carica esplosiva artigianale.
Paone, già con precedenti per reati contro il patrimonio, finisce in carcere a Poggioreale. La Borriello, in regime di domiciliari per analoghi motivi, è stata riaccompagnata nella sua abitazione con l’accusa aggravata di detenzione di materiale esplodente in presenza di minori.
Pericolosità estrema: cosa sarebbe successo in caso di scoppio
Il “Cobra”, nome che evoca i tragici fatti di Ercolano – dove solo ieri in Tribunale si è discusso di un arsenale simile sequestrato alla camorra locale – non è un semplice petardo. Si tratta di mortai illegali multicarica, con un diametro fino a 5 cm e una potenza deflagrante stimata in 200-300 grammi di polvere pirica per singolo pezzo.
Ogni “Cipolla”, variante a effetto ritardato, aggiunge instabilità: la loro composizione a base di nitrato di potassio, zolfo e carbone attivo genera temperature oltre i 2.000 gradi Celsius e un’onda d’urto propagata a velocità supersonica.
In un abitacolo chiuso come quello dell’auto, un innesco accidentale – basta una scintilla da un posacenere, un urto o il calore di un accendino – avrebbe provocato un’esplosione a catena. Danni devastanti previsti:
Effetto primario: Frammentazione istantanea del veicolo, con vetri e lamiere proiettati come shrapnel a 100 metri di raggio, recidendo arti o perforando organi vitali.
Sulle vittime: I bambini sul sedile posteriore, a meno di un metro dal bagagliaio, sarebbero stati esposti a ustioni di terzo grado, traumi cranici da sovrapressione e lesioni interne letali. Per gli adulti al volante, rischio di decapitazione o eviscerazione immediata.
Impatto secondario: L’auto ridotta a relitto carbonizzato, con rischio incendio propagato a edifici vicini o altre vetture. In base a perizie balistiche simili (come quelle del sequestro di Pollena Trocchia nel 2023), un carico del genere genera un cratere di 2 metri e danni strutturali per decine di migliaia di euro.
Esperti dell’Artificieri dell’Arma, intervenuti per il disinnesco, confermano: “Una bomba pronta all’uso, instabile per il trasporto improvvisato. In presenza di minori, è un miracolo che non sia scoppiata”.
Il contesto: la piaga dei botti illegali nel Napoletano
Non è un caso isolato. Il nome “Cobra” rimanda direttamente alle cosche ercolanesi, dove questi ordigni – prodotti in fabbriche clandestine tra i Vesuviani – alimentano il mercato nero natalizio.
Sequestri come questo, quotidiani sul territorio partenopeo, sventano un business da milioni, ma il pericolo persiste: ogni anno decine di feriti, amputazioni e morti per scoppi accidentali.
Le indagini proseguono per verificare se Paone e Borriello facessero parte di una rete di spacciatori. Intanto, i piccoli sono stati affidati ai servizi sociali.
- Articolo modificato il giorno 11/12/2025 ore 09:29 - Revisione articolo






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