

La movida di Caserta
Caserta - Si è concluso con una assoluzione parziale e una condanna fortemente ridimensionata il processo a carico di un ragazzo di 18 anni di origine nordafricana, finito sotto accusa per tentata violenza sessuale ai danni di due giovani donne durante la movida casertana del novembre 2023.
La Prima Sezione Penale Collegiale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha infatti assolto l’imputato da uno dei capi d’imputazione, mentre per l’altro ha riqualificato il fatto escludendo la violenza sessuale e riconducendo la condotta nell’ipotesi più lieve di violenza privata (articolo 610 del codice penale), condannandolo a sei mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena.
L’indagine scattò dopo l’intervento dei poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Caserta, allertati dalla chiamata di una giovane donna che denunciò di essere stata avvicinata in strada da un ragazzo che avrebbe tentato un contatto fisico. Poco dopo, una seconda donna si presentò agli agenti riferendo un episodio analogo, attribuendo la responsabilità a un giovane con le stesse caratteristiche fisiche.
Secondo la ricostruzione iniziale, il ragazzo sarebbe stato messo in fuga da un passante e successivamente rintracciato dagli agenti. Dopo l’arresto, fu condotto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e trasferito poi ad Ariano Irpino. Dopo circa un mese, il giovane venne scarcerato e sottoposto prima agli arresti domiciliari e successivamente all’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Il processo, iniziato nel 2024, ha visto l’escussione di numerosi testimoni, tra cui le due persone offese e gli agenti intervenuti. La difesa, affidata all’avvocato Angelo Librace, ha evidenziato nel corso del dibattimento contraddizioni nei racconti e sottolineato come l’imputato fosse incensurato e non noto alle forze dell’ordine.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere, al termine dell’istruttoria, aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Di diverso avviso la difesa, che ha sollecitato l’assoluzione per insufficienza di prove e, in subordine, la riqualificazione del fatto.
Il collegio giudicante ha accolto in parte la tesi difensiva, pronunciando l’assoluzione per uno dei capi e ridimensionando l’altro, con una condanna “soft” che esclude la violenza sessuale e chiude la vicenda giudiziaria con una pena sospesa.
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La sentenza del tribunale sembra avere portato a una nuova luce sulla vicenda, ma ci sono molti punti che rimangono poco chiari. La violenza privata non è un reato da sottovalutare, ma certo che la situazione complessa rende difficile capire come si deve muovere la giustizia.