Tre arresti per l’omicidio di Davide Fiorucci, il pizzaiolo di Boscoreale freddato sotto casa la notte dell’11 febbraio 2024. I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno eseguito ieri mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Carmine Gallo, 31 anni, Ivan Maione, 48 anni, e Nunzio Della Ragione, 38 anni, ritenuti responsabili, a vario titolo, dell’agguato mortale.
Le accuse sono di omicidio volontario aggravato e di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alla base del delitto ci sarebbe un debito di 20mila euro, maturato nel tempo a partire da un prestito di poche centinaia di euro contratto anni prima dal padre della vittima.
L’agguato sotto casa
La mezzanotte era passata da poco quando Fiorucci rientrò a casa, nel quartiere Piano Napoli di Boscoreale, dopo una serata di lavoro nella pizzeria di famiglia. Lasciato dai cognati nei pressi del vialetto, raggiunse il portone e suonò al citofono. La convivente rispose dall’interno. Subito dopo, il silenzio venne spezzato dagli spari.
Un agguato fulmineo, consumato in pochi secondi: sei colpi di pistola, esplosi a distanza ravvicinata, che centrarono il 29enne soprattutto al volto, senza lasciargli scampo.
La svolta nelle indagini
La svolta è arrivata grazie a un lavoro investigativo durato mesi, coordinato dalla Dda e ricostruito in un provvedimento cautelare di 105 pagine firmato dal gip Michaela Sapio, che parla di un «contesto allarmante».
Secondo il giudice, l’omicidio si inserisce nel controllo criminale esercitato dal gruppo Tasseri, referente della cosiddetta holding Gallo-Limelli-Vangone, attiva nell’area del Piano Napoli e in particolare in via Settermini.
Carmine Gallo, alias ’o parente, indicato come esecutore materiale, avrebbe agito con l’appoggio di Ivan Maione, suo nonno acquisito, e di Nunzio Della Ragione. Determinante il movente: un vecchio debito contratto nel 2010 dal padre della vittima con la famiglia Gallo-Colantuono, inizialmente pari a 500 euro, lievitato negli anni fino alla cifra di 20mila euro. Al rifiuto di pagare, il clan avrebbe deciso di colpire il figlio.
Le pressioni e le intimidazioni
Davide Fiorucci, nonostante qualche problema giudiziario in adolescenza, da anni aveva preso le distanze da certi ambienti. Dal 2015, come annotano i pm, si era dedicato esclusivamente al lavoro, avviando con il fratello la pizzeria “Real Wood” in via Giovanni Della Rocca.
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Proprio lì, nell’ottobre 2023, Gallo e Della Ragione si sarebbero presentati per pretendere il pagamento. Un’escalation culminata il 23 ottobre, quando alcuni colpi di pistola vennero esplosi contro la porta dell’abitazione del padre di Davide. A fine novembre, un nuovo blitz nel locale per battere cassa.
Terrorizzati, i fratelli decisero di chiudere la pizzeria per tre giorni. Ma le minacce non si fermarono. Le intercettazioni e le immagini di videosorveglianza hanno consentito agli investigatori di ricostruire ogni passaggio, fino alle dichiarazioni decisive dei familiari.
Le confessioni
Il 5 marzo, una conversazione captata dai carabinieri tra la madre e la moglie della vittima svela il dramma: «Per 500 euro hai fatto uccidere mio figlio», dice la donna riferendosi all’ex compagno.
Messo alle strette, il 4 aprile, Mariano Fiorucci conferma il movente agli inquirenti. Nello stesso giorno, la vedova racconta un particolare inquietante: durante i giorni di chiusura della pizzeria, Gallo e Della Ragione passarono sotto casa in scooter. Gallo, guardando Davide, fece il segno della croce.
Un presagio di morte che, poche settimane dopo, si sarebbe trasformato in una condanna senza appello.
Fonte REDAZIONE






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