

Maria Sole Agnelli
Con la scomparsa di Maria Sole Agnelli, avvenuta nella sua villa di Torrimpietra a pochi mesi dal traguardo del secolo di vita, l'Italia perde non solo un membro fondamentale di una delle sue dinastie più iconiche, ma anche un esempio raro di aristocratica concretezza.
Nata a Villar Perosa nel 1925, Maria Sole ha attraversato il "secolo breve" con una cifra stilistica fatta di discrezione, coraggio e un’indipendenza intellettuale che l'ha portata spesso lontano dai binari già tracciati per le donne del suo rango.
Mentre i fratelli Gianni e Umberto guidavano l'impero FIAT e la sorella Susanna scalava le vette della diplomazia e del Terzo Settore, Maria Sole scelse una strada pubblica originale e vicina al territorio. Negli anni Sessanta, in un'Italia ancora profondamente patriarcale, divenne sindaca di Campello sul Clitunno, in Umbria.
La sua elezione resta un caso di scuola: ottenne 850 voti su 1.200 senza mai tenere un comizio. Durante il suo decennio da amministratrice (1960-1970), trasformò il borgo puntando sulla valorizzazione delle celebri Fonti del Clitunno e sulla modernizzazione delle infrastrutture scolastiche, dimostrando una visione del turismo culturale ed enogastronomico allora pionieristica.
Il suo nome è legato indissolubilmente anche all'eccellenza sportiva. Grande appassionata di equitazione, la sua scuderia portò l'Italia sul podio olimpico: nel 1972, ai Giochi di Monaco, il suo purosangue Woodland conquistò la medaglia d'argento.
Tuttavia, il suo impegno più duraturo è stato quello civile. Per quattordici anni, fino al 2018, ha ricoperto la carica di Presidente della Fondazione Agnelli. Sotto la sua egida, l’ente ha spostato il proprio baricentro verso la ricerca educativa e il sostegno al sistema scolastico italiano, confermando la sua capacità di guardare alle future generazioni con pragmatismo e lungimiranza.
La vita privata di Maria Sole è stata segnata da grandi affetti e due matrimoni: il primo con il conte Ranieri Campello della Spina e il secondo con il conte Pio Teodorani-Fabbri. Madre di cinque figli, ha saputo mantenere la famiglia al centro di un’esistenza cosmopolita ma rigorosa.
La sua tempra era rimasta intatta fino agli ultimi mesi. All'inizio del 2025, la cronaca era tornata a occuparsi di lei per un drammatico episodio: una rapina nella sua villa, durante la quale i malviventi avevano immobilizzato il personale mentre la contessa dormiva. Un evento traumatico che aveva affrontato con la consueta, aristocratica compostezza.
Con la sua morte si chiude definitivamente un capitolo della storia industriale e sociale d’Italia. Resta il ritratto di una donna che ha saputo essere "Agnelli" a modo proprio: con grazia, silenzio e una modernità che non ha mai avuto bisogno di ostentazione.