

Accusato di stalking e maltrattamenti
Napoli– Clamoroso colpo di scena nelle aule del Tribunale penale di Napoli. C. D. P., 46 anni, residente a San Giovanni a Teduccio, accusato di atti persecutori aggravati nei confronti dell'ex compagna e maltrattamenti ai danni della madre, ha lasciato il carcere di Poggioreale per gli arresti domiciliari.
Una decisione che arriva dopo appena tre mesi dall'affidamento dell'incarico all'avvocato Massimo Viscusi, che con un'istanza articolata e documentata è riuscito a convincere il giudice della Nona Sezione, la dottoressa Albanese.
L'uomo, gravato da numerosi precedenti penali e recidivo infraquinquennale, è stato trasferito presso l'abitazione della sua nuova compagna, dove dovrà indossare il braccialetto elettronico. Una misura meno afflittiva rispetto al carcere, ma che garantisce comunque il controllo costante degli spostamenti.
Il punto di svolta è arrivato con la perizia psichiatrica di parte presentata dalla difesa. Il documento ha certificato una "profonda incompatibilità" dell'imputato con il regime carcerario, evidenziando le carenze strutturali presenti nel penitenziario di Poggioreale per gestire la sua condizione.
Dal 2012, infatti, C. D. P. è seguito dall'ASL Napoli 1 per disturbi psicologici ed è in cura presso il Serd (Servizio per le Dipendenze). Condizioni che, secondo i periti, richiedono un percorso terapeutico continuativo, impossibile da garantire in carcere.
Il precedente tentativo di scarcerazione, presentato dal difensore iniziale e respinto dal Tribunale del Riesame, non aveva sortito effetto. Ma l'avvocato Viscusi ha ricostruito la strategia difensiva puntando proprio sulle condizioni di salute del suo assistito e sulla necessità di cure adeguate.
Il 46enne era finito in manette lo scorso 21 aprile, arrestato in flagranza di reato con una doppia ordinanza cautelare: una per stalking ai danni dell'ex compagna, l'altra per maltrattamenti nei confronti della madre. Due procedimenti distinti che l'avvocato Viscusi è riuscito a riunire in un unico processo, iniziato il 13 ottobre scorso con rito immediato.
La prima udienza ha segnato l'avvio di un iter giudiziario che ora si avvia verso la fase cruciale. Il processo riprenderà a febbraio, quando l'imputato dovrà difendersi dalle gravi accuse che pesano su di lui. Nel frattempo, C. D. P. potrà affrontare il giudizio da casa, con l'obbligo di sottoporsi alle cure necessarie e sotto il monitoraggio elettronico delle autorità.