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Truffa Ecobonus, Mario Sassone rompe il muro di silenzio: "Io, consulente trasparente"

Sassone, unico tra i 17 imputati a rispondere al Gip, scende da Modena per chiarire tutto: "Niente rischio fuga, le indagini sono chiuse". Il legale Iodice: "Mai violate le regole, archiviare il caso".
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Avellino– Ha scelto di non nascondersi dietro il diritto al silenzio, l'unico in un'indagine con 17 persone sotto la lente d'ingrandimento. Mario sassone, l'ultimo degli indagati ad essere ascoltato nel procedimento sulla presunta maxi-truffa sugli Ecobonus e la compravendita di crediti edilizi, ha chiarito punto su punto la sua posizione davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino.

Un'attesa finita ieri mattina, che segna la chiusura della fase degli interrogatori in un'inchiesta che ha messo sotto scacco un pezzo del sistema di professionisti e imprenditori del settore.

La scelta della collaborazione

Mentre tutti gli altri indagati hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, Sassone, assistito dall'avvocato penalista Domenico Iodice, ha imboccato la strada opposta: piena collaborazione con la magistratura. Per presentarsi al Gip, l'uomo ha fatto un lungo viaggio, arrivando appositamente da Modena, dove risiede e lavora. Un gesto che il suo difensore sottolinea come prova di un atteggiamento "massimamente collaborativo e rispettoso delle istituzioni".

"Sono un intermediario regolare"

Durante l'audizione, durata diverse ore, Sassone ha ricostruito davanti al magistrato il proprio ruolo. Si è definito un consulente aziendale e intermediario, precisando di aver sempre operato "in modo regolare e trasparente", all'interno di un contesto sociale e professionale che lo inquadra come un cittadino perfettamente integrato e con una solida stabilità lavorativa.

Le difese dell'avvocato: "Niente misure cautelari"

In sede di discussione, l'avvocato Iodice ha presentato le sue argomentazioni per chiedere l'archiviazione della posizione del cliente, o comunque l'inesistenza dei presupposti per qualsiasi misura cautelare.

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Le motivazioni, illustrate al Gip, sono nette:

Nessun pericolo di fuga: La presentazione spontanea da Modena ne è la prova.
Nessun rischio di reiterazione: Sassone ha cessato l'attività di consulenza da oltre un anno e mezzo.

Fatti non recenti: Le condotte contestate risalgono a settembre 2024, e quindi mancherebbe l'attualità del pericolo.

Indagini concluse: Le prove sono ormai tutte acquisite, escludendo così qualsiasi concreto rischio di inquinamento probatorio.

Con l'audizione di Sassone, si chiude così il primo round degli interrogatori. Ora la palla passa alla Procura, che dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli indagati o archiviare alcune posizioni. Quella di Sassone si delinea come la difesa più agguerrita, fondata sulla piena disponibilità a dialogare con la giustizia.

Articolo pubblicato il 6 Novembre 2025 - 07:59 - Gustavo Gentile

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