
Un colpo assestato al cuore del mercato nero dell'auto nel Vesuviano. Nella mattinata di oggi, i militari della Compagnia Carabinieri di Nola hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale nolano, su richiesta della Procura locale.
Ventisei i provvedimenti disposti: 9 obblighi di firma e 11 divieti di dimora nei Comuni di riferimento, oltre a un uomo già in carcere.
Il blitz, nome in codice "Demolizione", scaturisce dalle indagini della Stazione Carabinieri di Palma Campania, supportate da sofisticate attività tecniche, che hanno messo a nudo i meccanismi di un sistema criminale radicato.
I 20 indagati, tutti residenti nell'area vesuviana della provincia di Napoli, sono ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di riciclaggio e ricettazione di veicoli rubati.
L'inchiesta ha ricostruito 19 episodi di riciclaggio e ben 45 di ricettazione, accertando la provenienza illecita di 19 autovetture. L'organizzazione criminale, articolata in due gruppi egemoni nei comuni di Ottaviano e Marigliano, agiva con metodo spietato e spregiudicato. Il loro business si reggeva su due pilastri: il procacciamento di veicoli rubati, preda di una "attività predatoria" nelle province di Napoli, Salerno e Benevento, e la loro successiva trasformazione in profitto.
I clan avevano a disposizione due depositi, vere e proprie officine fantasma dove le auto venivano completamente "cannibalizzate". In questi garage illeciti, i veicoli venivano smontati e i loro pezzi, come in un macabro puzzle al contrario, venivano immediatamente immessi in un mercato parallelo.
Una fitta rete di ricettatori, pronti a pagare ingenti somme, assicurava lo smaltimento dei componenti. Un giro d'affari che, secondo gli investigatori, raggiungeva la cifra monstre di circa 60.000 euro al mese.
Le indagini, oltre a tracciare l'intera filiera delittuosa, hanno già portato a significativi riscontri operativi. Sono stati recuperati e posti sotto sequestro numerosi pezzi di auto di provenienza illecita, con il deferimento dei trasportatori coinvolti. Un'ulteriore, decisiva, prova è arrivata con il sequestro di un'officina abusiva, il cui titolare è stato deferito anche per gestione illecita di rifiuti, a dimostrazione della doppia minaccia ambientale e sociale rappresentata da questo racket.
L'operazione "Demolizione" non ha solo fermato una lunga scia di reati, ma ha smantellato i meccanismi logistici e finanziari di un'economia illegale che prosperava nell'ombra, restituendo un segnale di forte discontinuità nel contrasto alla criminalità organizzata di territorio.
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Commenti (1)
L’operazione Demolizione sembra esse stata molto complessa e ben organizzata. La cattura dei responsabili è un passo importante per combattere il mercato nero delle auto, ma ci vorrebbe piu attenzione su questi fenomeni criminali in futuro.