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Sarno, "scarichi fuori norma": il Comune spegne gli impianti biogas

Sospensione "ad horas" per due società nella zona di Foce. Riscontrate gravi irregolarità ambientali, acque meteoriche smaltite senza autorizzazioni e titoli scaduti. Stop alla produzione fino al ripristino.
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Sarno - Tolleranza zero per le irregolarità ambientali. Con una decisione drastica e immediata, il Comune di Sarno ha disposto la sospensione ad horas delle attività per due impianti di biogas situati nella strategica zona di Foce.

Il provvedimento blocca con effetto immediato sia la produzione di energia sia tutti gli scarichi idrici, ordinando uno stop totale fino al completo ripristino della conformità alle norme di tutela ambientale.

La decisione è maturata in seguito a controlli che hanno fatto emergere un quadro di diffuse irregolarità nella gestione degli scarichi, in particolare quelli delle acque meteoriche, e nella documentazione amministrativa.

Le irregolarità contestate

Le ordinanze di sospensione, emesse questa mattina, colpiscono due diverse società di gestione.

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Per il primo impianto, il Comune ha imposto lo stop in attesa che la ditta ottenga un valido titolo autorizzativo per lo scarico delle acque meteoriche. Dal provvedimento emergono infatti non solo la mancanza dell'autorizzazione specifica, ma anche il mancato rinnovo del titolo ambientale generale. Le autorità hanno sottolineato come fossero già state riscontrate in passato irregolarità negli scarichi recapitati nel vicino Canale Conte Sarno. Al gestore è stato ora imposto l'obbligo di procedere a tutti gli adeguamenti impiantistici necessari per mettersi in regola.

Stessa sorte per il secondo impianto, gestito da un'altra società. Anche in questo caso, l'attività produttiva è stata fermata a causa di "difformità" rilevate nel sistema di scarico. Secondo quanto accertato, le acque meteoriche venivano smaltite con modalità diverse da quelle previste e autorizzate. Alla società è stato imposto l'obbligo di regolarizzare tutti gli adempimenti tecnici e amministrativi prima di poter riprendere l'esercizio.

Entrambi gli impianti, cruciali per la produzione di energia rinnovabile sul territorio, resteranno quindi fermi fino a quando non dimostreranno di aver risolto tutte le non conformità e di operare nel pieno rispetto della legge.

Articolo pubblicato il 11 Novembre 2025 - 16:05 - A. Carlino

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