Cronaca Napoli

Napoli, scoperti e chiusi due "panifici dell'orrore"a Soccavo

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napoli -– Un'operazione congiunta dei Carabinieri della Stazione Rione Traiano e del personale dell’ASL Napoli 1 ha squarciato il velo su una doppia e gravissima frode nel cuore del quartiere Soccavo

. Due panifici, noti per la loro produzione, sono risultati essere veri e propri centri di illegalità, con i titolari che sottraevano ingenti quantità di energia elettrica e commercializzavano quintali di prodotti in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli.

Il bilancio del blitz è da capogiro: oltre 3,5 tonnellate di alimenti sequestrati e un danno stimato alla società di fornitura elettrica che sfiora i 171mila euro.

Condizioni igieniche inaccettabili

Il focolaio di illegalità si è concentrato sulla doppia attività. Il primo panificio ispezionato utilizzava un allaccio abusivo alla rete elettrica, un “trucchetto” che gli ha permesso di consumare corrente per un valore di circa 79mila euro senza sborsare un centesimo.

La seconda attività, invece, ha fatto registrare un "risparmio" illecito ancora più elevato, raggiungendo la cifra di circa 92mila euro sottratti al gestore.

Ma la situazione più allarmante ha riguardato la sicurezza alimentare. I militari, supportati dai tecnici ASL, hanno sequestrato ben 2,7 tonnellate di pane e 7 quintali di salumi. La merce era priva di qualsiasi tracciabilità e le materie prime venivano conservate in violazione di tutte le norme igienico-sanitarie, in locali che presentavano gravi carenze strutturali e igieniche.

I due titolari sono stati immediatamente denunciati alla Procura della Repubblica di Napoli per i reati commessi. L'intervento dei Carabinieri di Soccavo non si limita al solo aspetto penale, ma tutela la salute pubblica, rimuovendo dal mercato una quantità enorme di prodotti potenzialmente pericolosi per i consumatori. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 7 Novembre 2025 - 07:44 - Rosaria Federico
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Rosaria Federico