Napoli – Non è più un allarme sporadico, ma un incubo che si ripete al calar della sera: la Stazione Centrale, polmone nevralgico della città, è diventata teatro di una violenza sfrenata che sfida ogni barriera di civiltà.
L'ultimo episodio, immortalato in un video agghiacciante arrivato al deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra), mostra una rissa feroce scoppiata intorno alle 23 di ieri sera lungo Corso Garibaldi. Un gruppo di aggressori, accecati dalla rabbia, irrompe sui binari del tram, incurante dei convogli in arrivo e del rischio mortale per sé e per i passanti innocenti.
In quest'area un tempo simbolo di vitalità partenopea, il dialogo sembra un lusso estinto: qui si "comunica" solo a suon di pugni, bastonate e, troppo spesso, coltellate. "Non si dialoga, si aggredisce", tuona Borrelli, che definisce la zona "un biglietto da visita avvelenato" per Napoli.
L'episodio non è un fulmine a ciel sereno, ma l'ennesima manifestazione di un degrado cronico che infesta Piazza Garibaldi e dintorni, trasformando snodi cruciali in zone franche per il caos.Potrebbe interessarti
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"L'anarchia regna incontrastata nel cuore della città, e atti come questa rissa sul percorso del tram alle 23 ne sono la prova lampante". Il deputato non si limita a condannare: esige rimedi draconiani. Primo fra tutti, un Presidio Fisso 24/7, con forze dell'ordine ed esercito schierati in modo inamovibile per ristabilire la legalità.
"La carenza di organico è un lusso che Napoli non può più permettersi", avverte, puntando il dito contro il Governo per gli impegni disattesi sulle assunzioni. Vietato anche pensare a chiusure o riduzioni di commissariati: serve un piano sicurezza strutturato, che spezzi la morsa della violenza notturna e liberi la Stazione da questa spirale di illegalità."Non tollereremo approcci superficiali", chiosa Borrelli con fermezza.
"Lo Stato deve mostrarsi saldo e presente: inversione di rotta immediata, o il dramma quotidiano diventerà tragedia irreversibile". Mentre la città attende risposte concrete, la domanda resta sospesa: quanto ancora resisterà Napoli a questa febbre di aggressività, prima che il sole tramonti per sempre sulla sua sicurezza?





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