Napoli – "Io sono il tramite con i morti". Così, davanti alla telecamera del telefono, una sedicente sensitiva dell’hinterland napoletano agganciava utenti sui social, promettendo contatti con i loro cari defunti.
Quando capiva che dall’altra parte dello schermo c’era chi aveva abboccato, scattava la seconda fase: la richiesta di denaro.
Secondo le denunce presentate, la donna avrebbe creato una vera e propria “liturgia” in diretta: sessioni live in cui diceva di percepire messaggi dall’aldilà e, nel momento di maggiore coinvolgimento emotivo, interrompeva improvvisamente il collegamento.
Per poter proseguire – sosteneva – gli utenti avrebbero dovuto effettuare donazioni in moneta virtuale, poi convertita in denaro reale.
Le donazioni in moneta virtuale
A ricostruire il presunto meccanismo truffaldino è l’avvocato Sergio Pisani, legale di cinque donne che si ritengono vittime della finta medium. Alcune di loro risiedono all’estero ma, tramite i social, sarebbero entrate nella rete della “sensitiva” napoletana, convinte di poter dialogare un’ultima volta con madri, padri o congiunti scomparsi.
Solo in un secondo momento, dopo aver versato somme non trascurabili, si sarebbero rese conto del raggiro e hanno deciso di denunciare.Potrebbe interessarti
"Il quadro emerso evidenzia pericolosi casi di manipolazione emotiva finalizzata al profitto, con conseguenze particolarmente dannose per utenti fragili", spiega il legale.
Secondo Pisani, la donna non avrebbe agito da sola: "Assieme a un gruppo di moderatori – afferma – esercitava continue pressioni psicologiche su chi non poteva donare quotidianamente, facendo leva sul senso di colpa e sulla paura di perdere il contatto con i propri cari defunti".
Un altro elemento contestato è l’immagine professionale che la sedicente sensitiva avrebbe costruito di sé. In più occasioni, sia durante le live sia nelle conversazioni private, la donna avrebbe dichiarato di essere psicologa.
Una qualifica che, sempre secondo il racconto delle presunte vittime, avrebbe inciso sulla loro decisione di fidarsi, spingendole ad aprirsi e a confidare dolori, lutti e fragilità personali.
"La sedicente medium carpiva la fiducia delle persone fragili per mungerle", sostiene ancora Pisani, che parla di una "sistematica opera di suggestione" ai danni di chi si trovava in uno stato di particolare vulnerabilità emotiva. Gli inquirenti dovranno ora verificare la fondatezza delle accuse, ricostruire i flussi di denaro legati alle donazioni virtuali e accertare eventuali responsabilità penali.
Il caso si inserisce nel fenomeno, in crescita, di pseudo-guru e falsi sensitivi che sfruttano le piattaforme social per intercettare persone in lutto o in difficoltà psicologica, trasformando il dolore in un canale di guadagno. Le denunce depositate potrebbero aprire la strada ad altre segnalazioni di utenti che, finora, non hanno trovato la forza di esporsi.

















































































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