Negli ultimi due anni nell’area di Napoli emerge un quadro di violenza giovanile e uso sistematico di minorenni in contesti camorristici, con una sequenza ravvicinata di omicidi di ragazzi tra i 15 e i 20 anni, spesso collegati a dinamiche di spaccio, regolamenti di conti e disponibilità facile di armi.
Il numero complessivo di omicidi di matrice camorristica è contenuto rispetto al passato, ma la quota che coinvolge giovanissimi (come vittime e come autori) è allarmante e viene definita dagli investigatori e dagli analisti come una vera “strage di giovani”. Dall'estate del 2023 ovvero dall'omicidio dell'innocente Giogiò Cutolo fino a quello di Marco Pio Salomone di due giorni fa sono ben 10 i giovanissimi caduti nella strade di Napoli e provincia.
Il quadro che emerge da una rilettura dei fatti di cronaca è quello di una città in cui la violenza giovanile ha assunto modalità sempre più organizzate e “militare”: ragazzi minorenni usati come esecutori o protagonisti di faide per il controllo dello spaccio, ridotti a ruoli da killer o da “scudi umani” in scontri a fuoco.
Le indagini e gli arresti effettuati nel 2025 indicano un ritorno di gruppi strutturati (come ad esempio il clan Sequino del rione sanità per l'omicidio di Emanuele Tufano) che reclutano e utilizzano minorenni — la cosiddetta “guerra dei baby” .
E proprio facendo l'analisi della facilità d’accesso alle armi, dalle dinamiche di gruppo e dal territorio conteso si arriva a un risultato drammatico: ovvero più morti tra i giovani.
Gli omicidi di giovani a Napoli 2023‑2025
Negli ultimi due anni (dal 2023 alla seconda metà del 2025) si registra una serie di omicidi e agguati che hanno colpito ragazzi tra i 15 e i 24 anni, sia nel capoluogo che nell’hinterland immediatamente collegato. Le cifre nel 2023 parlano di 16 omicidi nell’intera provincia di Napoli (10 in città), mentre nel 2024 si contano 13 omicidi e 49 ferimenti a colpi d’arma da fuoco di matrice camorristica sul territorio provinciale, con 9 omicidi solo nel comune di Napoli.
Tra i casi più significativi per età delle vittime e dinamiche ricorrenti negli ultimi due anni rientrano:
Gennaro Ramondino, circa 20 anni, ucciso a colpi di pistola il 1° settembre 2024 nel quartiere Pianura, in un contesto collegato allo spaccio di stupefacenti, con l’omicida indicato come un minorenne; il corpo viene ritrovato con ferite da arma da fuoco e parzialmente carbonizzato.
Emanuele Tufano, 15 anni, ammazzato il 24 ottobre 2024 nel centro storico (zona Carminiello al Mercato), durante una sparatoria tra gruppi di giovani, con almeno una ventina di ragazzi coinvolti, molti dei quali minorenni; viene colpito alla schiena mentre fugge in motorino.
Santo Romano, 19 anni, ucciso il 2 novembre 2024 a San Sebastiano al Vesuvio dopo una lite nata per futili motivi (una scarpa di valore sporcata); a sparare sarebbe stato un 17enne proveniente dal quartiere Barra.
Arcangelo Correra, 18 anni, incensurato, ucciso nel centro di Napoli il 9 novembre 2024 da un colpo alla testa sparato da un coetaneo che dichiara di aver “sparato per gioco”; la dinamica sottolinea l’uso spregiudicato di armi da parte di ragazzi senza un vero “mandato” mafioso.
Emanuele Durante, 20 anni, ucciso il 15 marzo 2025 nell’ambito di una guerra tra gruppi di baby camorristi collegata anche all’omicidio di Tufano, secondo la ricostruzione investigativa che ha portato a una vasta operazione con più arresti.
Davide Carbisiero, 19 anni — ucciso in una sala slot a Cesa (prov. Caserta), aprile 2025; indagato un 17enne.
Pasquale Nappo, 18 anni ucciso in piazza Pace a Boscoreale la notte del 2 novembre 2025. Il giorno dopo si sono costituiti i due assassini
Marco Pio (Pio Marco) Salomone, 19 anni, ucciso nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2025 all’Arenaccia (Napoli) con un colpo di pistola alla testa mentre si trova in auto con amici; il contesto è quello di un agguato, con ipotesi investigative che spaziano da questioni di droga a contrasti con una gang rivale.
Questi episodi si inseriscono in una tendenza più ampia iniziata già nel 2023, anno in cui a Napoli vengono assassinati anche giovani innocenti come Francesco Pio Maimone (18 anni, ucciso a Mergellina dopo una lite per una scarpa griffata) e Giovanbattista Cutolo (24 anni, ucciso nel centro di Napoli dopo una discussione), casi che mostrano come conflitti banali degenerino in sparatorie in contesti affollati.
Questi nomi rappresentano solo una parte delle giovani vittime; ci sono altri ragazzi poco sopra i 20 anni uccisi in contesti di agguati o liti armate.Potrebbe interessarti
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Le inchieste antimafia e le operazioni delle forze dell’ordine negli ultimi due anni evidenziano un uso strutturale di minorenni da parte dei clan e un aumento marcato dei reati commessi da under 18 nell’area napoletana.
Nel distretto giudiziario di Napoli nel 2023 si registra un incremento del 17% dei reati minorili, e tra l’estate 2023 e quella 2024 vengono aperti oltre 400 procedimenti per possesso di armi (bianche e improprie) e più di 60 per possesso di armi da fuoco a carico di minori, con un raddoppio complessivo delle misure cautelari nei confronti di ragazzi.
Le indagini e i contesti criminali
L’indagine che collega gli omicidi di Emanuele Tufano (15 anni) e di Emanuele Durante (20 anni) porta all’emissione di 16 ordinanze di custodia cautelare, di cui 6 a carico di minorenni, ritenuti partecipi a vario titolo nei due delitti e in un contesto di guerra per il controllo dello spaccio tra gruppi giovanili.
Nel 2024‑2025 diversi episodi vedono minori come presunti autori materiali: il caso di Ramondino a Pianura attribuito a un minorenne interno al circuito dello spaccio; quello di Santo Romano ucciso da un 17enne di Barra; l’arresto di un quattordicenne per un agguato con arma da fuoco nel nord di Napoli (un 20enne colpito all’addome), all’interno di uno scontro tra clan; l’uso di adolescenti armati come “muschilli” nella gestione di piazze di spaccio e regolamenti di conti.
Operazioni antimafia più ampie nel napoletano documentano la presenza di giovani e giovanissimi in clan strutturati, con ruoli che vanno dalla manovalanza armata allo spaccio e all’esecuzione di omicidi, in continuità con esperienze come la “paranza dei bambini” dei Sibillo (pur precedente al biennio considerato, ma richiamata dagli investigatori come modello).
In termini quantitativi, le inchieste giudiziarie rese pubbliche indicano almeno alcune decine di minorenni coinvolti in reati gravi (dalla partecipazione a clan all’omicidio e tentato omicidio) tra il 2023 e il 2025 nell’area di Napoli, con i casi di Tufano‑Durante e delle sparatorie di fine 2024 che costituiscono il cuore più visibile del fenomeno.
Le giovani vittime innocenti
Accanto ai ragazzi inseriti – stabilmente o marginalmente – nei circuiti criminali, gli ultimi due anni registrano un numero significativo di giovani vittime considerate estranee o solo tangenzialmente legate alla camorra, colpite come bersagli occasionali o in contesti di violenza “banale”. Questi casi sono cruciali per comprendere la diffusione delle armi e la fragilità del confine tra criminalità organizzata e vita quotidiana dei quartieri popolari.
Diverse persone (anche minorenni) rimaste ferite da colpi vaganti durante agguati di camorra in quartieri come Fuorigrotta o nei Quartieri Spagnoli nel 2024, inclusi casi di passanti colpiti mentre si trovano in spazi pubblici (parco giochi, strade commerciali), episodio che le analisi DI A indicano come segnale del rischio per la popolazione estranea.
Queste vicende si sommano a una lunga scia di giovani morti o feriti in situazioni in cui il contesto non è quello dell’appartenenza a un clan, ma di una città in cui la circolazione delle armi e la fragilità sociale rendono ogni conflitto potenzialmente letale. Gli operatori sociali e le associazioni ricordano come parte di questi ragazzi provenissero da famiglie fragili, con alle spalle dispersione scolastica, mancanza di spazi educativi e tempo libero strutturato, condizioni che facilitano l’esposizione sia al ruolo di vittime sia a quello di autori.
Le analisi della Direzione Investigativa Antimafia e di osservatori come associazioni antimafia, magistrati minorili e studiosi convergono su un punto: Napoli vive una fase in cui la camorra “arruola” ragazzi sempre più giovani, mentre lo Stato concentra prevalentemente la risposta sulla repressione penale.
I clan sfruttano il minor rischio sanzionatorio per gli under 18, li armano e li spingono a gestire spaccio e azioni violente nei quartieri popolari, in una sorta di “gavetta” criminale che normalizza pistole e agguati.
Parallelamente, gli indicatori sociali mostrano:
Disoccupazione giovanile attorno al 40‑45% nell’area metropolitana, con livelli record di dispersione scolastica; tra il 2023 e il 2024 migliaia di studenti risultano cronicamente assenti, e l’area di Napoli è in coda in Italia per competenze alfabetiche e matematiche.
Mancanza di infrastrutture culturali e sportive accessibili nei quartieri popolari, con associazioni e centri sociali che provano a colmare il vuoto con doposcuola, laboratori e attività sportive, sottolineando che senza questi presìdi molti ragazzi finiscono nel circuito criminale.
In questo scenario, ogni nuovo omicidio di un giovane – come quello di Marco Pio Salomone o dei tre ragazzi uccisi in 17 giorni tra ottobre e novembre 2024 – viene letto dalle istituzioni come emergenza di ordine pubblico, ma dagli attori sociali come il segno di una crisi strutturale: armi diffuse, camorra che punta sui minori, politiche di prevenzione insufficienti.
(Nella foto i dieci giovani uccisi dal 2023 ad oggi da sinistra in alto Giovan Battista Cutolo, Francesco Pio Maimone, Santo Romano, Emanuele Tufano e Arcangelo Correra; in basso sempre da sinistra Emanuele Durante, Gennaro Ramondino, Davide Corbisiero, Pasquale Nappo e Marco Pio Salomone)









































































Commenti (1)
E’ veramente triste vedere come i giovani di Napoli siano coinvolti in situazioni di violenza e delinquenza, i dati sono preoccupanti. Serve una maggiore attenzione da parte delle istituzioni per aiutare questi ragazzi e prevenirne il coinvolgimento in queste dinamiche pericolose.