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Milano, rubavano l'oro dei morti dall'obitorio: indagati 6 dipendenti comunali

Via preziosi e perfino una protesi dentaria d’oro dai corpi in obitorio. Le indagini della polizia locale partite dopo le segnalazioni dei familiari. Sospettati due ex dipendenti e quattro addetti ancora in servizio.
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Milano - Rubavano ai morti, rivendevano ai compro oro. È la sintesi, agghiacciante, dell’inchiesta aperta dalla polizia locale di Milano che coinvolge sei persone, tra ex e attuali dipendenti comunali dell’Area servizi funebri e cimiteriali.

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Gli agenti, coordinati dal comandante Gianluca Mirabelli e dai magistrati Bruna Albertini e Antonio Cristillo, stanno verificando almeno sei episodi accertati di furto e ricettazione di monili appartenuti ai defunti.

Le indagini sono partite dopo diverse segnalazioni giunte a Palazzo Marino da familiari che avevano notato la sparizione di gioielli – anelli, orecchini, collane – dai corpi dei propri cari, o dai loro appartamenti. In un caso, tra i più sconcertanti, sarebbe stata sottratta perfino la protesi dentaria d’oro di una donna morta in un incidente.

All’alba del 16 settembre, i “ghisa” hanno perquisito le abitazioni dei sospettati tra le province di Milano e Lodi, raccogliendo scontrini e ricevute di negozi di compro oro del capoluogo e dell’hinterland.

Quei documenti, ora al vaglio degli investigatori, potrebbero provare la rivendita dei preziosi sottratti. Tuttavia, dimostrare il collegamento diretto tra i monili sequestrati e le vittime si preannuncia complesso: gli scontrini indicano solo quantità e valore dell’oro, non il tipo di oggetto venduto.

Le verifiche non si fermano. Analisi forensi su computer e telefoni cellulari potrebbero rivelare nuovi elementi utili a ricostruire la rete di contatti utilizzata per piazzare la refurtiva.

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Secondo quanto trapelato, le sottrazioni sarebbero avvenute sia all’interno dell’obitorio comunale di piazzale Gorini sia durante le operazioni di recupero dei cadaveri nelle abitazioni private.

Gli inquirenti ipotizzano un vero e proprio “sistema”, messo in piedi negli ultimi due anni e reso possibile dall’assenza di controlli nelle fasi più delicate del servizio funebre. Gli addetti sospettati avrebbero approfittato delle situazioni più vulnerabili: anziani soli, defunti senza parenti o in condizioni precarie, casi in cui l’ammanco di oggetti di valore poteva passare inosservato.

Le indagini, ancora in corso, delineano un quadro inquietante di malaffare e cinismo in un ambito in cui rispetto e dignità dovrebbero essere principi inviolabili.

Gli investigatori cercano ora di fare piena luce su tutti i possibili episodi, mentre il Comune valuta provvedimenti disciplinari per i dipendenti coinvolti.

@RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte Verificata

Commenti (1)

E’ veramente sconcertante quello che è successo a Milano. La sottrazione dei beni ai defunti è un atto ignobile. Speriamo che le autorità riescano a fare chiarezza su questa vicenda e punire i colpevoli.

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