Napoli - Raffica di condanne, ma senza la “stangata” auspicata dall’accusa, nel processo alla holding della droga che, all’ombra del clan Amato-Pagano, aveva invaso di stupefacenti l’area Nord di Napoli. Il giudice per le indagini preliminari Ivana Salvatore ha chiuso ieri mattina il primo grado con rito abbreviato: 29 condanne e due assoluzioni, per un totale di quasi 250 anni di reclusione.
Un verdetto importante ma che, in molti casi, si discosta sensibilmente dalle richieste formulate dalla Procura nel corso della requisitoria.
Per la gran parte degli imputati, infatti, le pene inflitte sono risultate più basse rispetto a quanto domandato dai pubblici ministeri, a testimonianza di un bilanciamento operato dal giudice fra la gravità del quadro accusatorio e gli sconti derivanti dal rito abbreviato e dalle singole posizioni processuali.
Alla sbarra, secondo l’impianto accusatorio, la “holding” del narcotraffico che, sotto la protezione degli “Scissionisti” di Secondigliano, avrebbe garantito un flusso costante di droga nei comuni dell’hinterland settentrionale di Napoli.
L’indagine, coordinata dalla Dda e condotta dai carabinieri, era sfociata in un maxi-blitz con 33 arresti, che aveva consentito di decapitare due distinte organizzazioni dedite al traffico di stupefacenti. Strutture autonome sul piano operativo, ma accomunate – secondo gli inquirenti – dallo stesso canale di approvvigionamento internazionale.
Il cuore dell’inchiesta porta in Spagna, dove sarebbe stato localizzato il polo di comando per l’importazione della droga, gestito dal gruppo riconducibile a Simone Bartiromo. Da lì, secondo gli investigatori, partivano i carichi destinati alle piazze di spaccio dell’area Nord, presidiate dagli uomini legati al clan Amato-Pagano, storici antagonisti dei Di Lauro nella faida di Scampia.
Le attività tecniche, le intercettazioni e i pedinamenti avevano inoltre fatto emergere un ulteriore tassello della presunta organizzazione criminale: una struttura centralizzata per garantire assistenza legale immediata ai sodali arrestati in flagranza di reato, con difese coordinate e avvocati di riferimento messi a disposizione dal gruppo.
In parallelo, l’indagine aveva svelato anche un sofisticato sistema di riciclaggio dei proventi del narcotraffico, realizzato attraverso la collaborazione di operatori cinesi, incaricati di far “girare” il denaro e di ripulirlo in cambio di una commissione del 2,4 per cento sulle somme movimentate.
Nel capo d’imputazione, per alcuni degli imputati, compare anche la contestazione della disponibilità di armi, considerate dagli inquirenti parte integrante dell’arsenale del clan degli Scissionisti, a garanzia del controllo del territorio e della difesa dei traffici illeciti.
Il dispositivo letto in aula dal gip Salvatore è stato accolto con soddisfazione dal nutrito collegio difensivo, che in molti casi ha ottenuto una significativa riduzione delle pene rispetto alle richieste del pubblico ministero.
Le motivazioni della sentenza, che chiariranno in dettaglio la valutazione del giudice su ogni singola posizione e sugli elementi raccolti nel corso dell’indagine, saranno depositate entro novanta giorni.Potrebbe interessarti
Portici, denunciato dal sindaco Cuomo: assolto Pino Grazioli
Stalker minacciava e controllava l’ex con uno spyware: condannato a Napoli
Droga e pizzo nella movida di Coroglio: condannato il clan Esposito-Nappi, ma niente stangata
Camorra, i figli del potere: l’ascesa di ’o Baffone e la nuova holding dei Licciardi
Elenco delle condanne (dalla più alta alla più bassa)
-
Antonio Marrone – 15 anni e 5 mesi
-
Salvatore Mari – 14 anni
-
Raffaele Marrone – 14 anni e 7 mesi
-
Luigi Diano – 13 anni e 4 mesi
-
Francesco Tessitore – 11 anni
-
Giuliano Tessitore – 11 anni
-
Domenico Stefanelli – 10 anni
-
Pasquale Diglio – 10 anni e 1 mese
-
Raffaele Maisto – 8 anni e 11 mesi (richiesti 14 anni)
-
Carlo Troncone – 6 anni e 10 mesi
-
Vincenzo Mangiapili – 8 anni e 2 mesi
-
Enrico Bocchetti – 8 anni (richiesti 18 anni)
-
Domenico Guerra – 8 anni (richiesti 18 anni)
-
Emanuele Cicalese – 7 anni e 6 mesi (richiesti 18 anni e 4 mesi)
-
Salvatore D’Aria – 7 anni e 6 mesi
-
Arturo Vastarelli – 7 anni e 8 mesi
-
Luigi Ascione – 7 anni e 4 mesi
-
Carlone Calzone – 7 anni e 4 mesi
-
Massimo Dannier – 7 anni e 4 mesi
-
Maurizio Errichelli – 7 anni e 4 mesi
-
Antonio Pandolfi – 7 anni e 4 mesi
-
Francesco Fiengo – 6 anni e 8 mesi (richiesti 18 anni)
-
Gennaro Diano – 6 anni e 8 mesi
-
Gaetano Pezzella – 6 anni e 8 mesi
-
Patrizio Pone – 6 anni e 8 mesi
-
Vincenzo Sinacra – 6 anni e 8 mesi
-
Nicola Di Casola – 4 anni e 6 mesi
-
Massimo D’Onofrio – 4 anni e 4 mesi
-
Salvatore Sansone – 4 anni e 4 mesi (richiesti 16 anni)
Assolti:
-
Salvatore Ruocco
-
Mirko Russo
(nella foto da sinistra in alto Enrico Bocchetti, Luigi Diano, Raffaele Maisto, Salvatore Mari, Arturo Vastarelli e Antonio Pandolfi; in basso sempre da sinistra Maurizio Errichelli, Gaetano Pezzella, Antonio Marrone, Carlo Calzone, Carlo Troncone ed Emanuele Cicalese)






Lascia un commento