Operazione della Finanza
I Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per oltre 14 milioni di euro, nell’ambito di una vasta indagine sulle indebite compensazioni di crediti d’imposta.
Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura della Repubblica, e attuato dal Gruppo della Guardia di Finanza di Formia, delegato alle indagini.
L’inchiesta ha coinvolto complessivamente 42 soggetti e prende le mosse da una segnalazione dell’Ufficio Audit dell’Agenzia delle Entrate, che aveva rilevato presunte anomalie e condotte “a rischio” da parte di alcuni professionisti abilitati ad apporre il visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali contenenti crediti d’imposta. Proprio da questo alert è partita l’attività investigativa delle Fiamme Gialle.
Le indagini, ancora nella fase delle preliminari, si sono sviluppate attraverso approfonditi esami documentali, l’analisi incrociata delle banche dati in uso al Corpo, indagini tecniche, acquisizioni digitali e testimonianze, oltre a perquisizioni effettuate insieme a personale dell’Agenzia delle Entrate.
Questo complesso quadro di accertamenti ha consentito di delineare, secondo l’ipotesi accusatoria, un’articolata frode fiscale basata sulla creazione, commercializzazione e successivo utilizzo di crediti d’imposta inesistenti.
Secondo quanto ricostruito, sarebbero stati generati crediti IVA, IRES e IRAP del tutto fittizi, creati ad arte attraverso acconti mai versati, crediti a riporto inesistenti e altre artificiose modalità contabili. Tali crediti venivano poi certificati da un soggetto abilitato, che avrebbe apposto il visto di conformità in assenza dei controlli previsti dalla normativa tributaria, rendendoli formalmente idonei alla compensazione ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241.
I crediti così “validati” venivano quindi utilizzati da 25 società, operanti in diverse aree del territorio nazionale, oppure ceduti a imprese terze, fittiziamente riconducibili allo stesso gruppo societario. In questo modo sarebbero stati compensati, in modo indebito, debiti tributari e contributivi per oltre 14 milioni di euro, attraverso l’abbattimento del reddito imponibile in dichiarazione o la compensazione di imposte e contributi previdenziali.
Il sequestro è stato disposto ai sensi degli artt. 321 c.p.p. e 12-bis del D.Lgs. 74/2000, quale misura cautelare reale finalizzata a garantire il recupero delle somme che lo Stato ritiene indebitamente sottratte all’Erario. Restano ferme, allo stato, la presunzione di innocenza degli indagati e la natura non definitiva delle contestazioni, in attesa dei successivi sviluppi processuali.