

Nella foto, un elemento rappresentativo della vicenda.
Il filone giudiziario della maxi-inchiesta “Dolce Vita” approda in aula con un rinvio a giudizio compatto: il gup del Tribunale di Avellino, Mauro Tringali, ha disposto il processo per ventisei indagati, mentre una posizione è stata separata per un vizio di notifica. La decisione è arrivata al termine di tre ore di camera di consiglio e sancisce la piena tenuta delle accuse formulate dalla Procura guidata da Domenico Airoma, che ha indagato su appalti, sponsorizzazioni e procedure concorsuali del Comune di Avellino.
Nessuna modifica ai capi d’imputazione e un messaggio chiaro sul fronte giudiziario: il 24 aprile si aprirà il processo davanti al collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, con lo stesso Comune riconosciuto come parte civile. Una scelta che segna la volontà dell’ente di prendere posizione nel procedimento che ha sollevato interrogativi sulla gestione amministrativa degli ultimi anni.
Parallelamente è stata fissata al 23 gennaio la data del processo a carico dell’ex sindaco Gianluca Festa, che ha optato per il rito immediato, distaccandosi dal gruppo degli altri imputati e anticipando così la verifica in aula delle accuse. L’inchiesta “Dolce Vita” diventa così un passaggio cruciale per la città, non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche politico e amministrativo, con un percorso processuale che si annuncia lungo e destinato a lasciare segni profondi nel dibattito pubblico.