Castellammare -A ventiquattr’ore dal maxi-blitz che ha inferto un duro colpo al clan D’Alessandro, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli torna a colpire. Nelle prime ore del 12 novembre 2025, i Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA, nei confronti di due soggetti ritenuti gravemente indiziati di una serie di reati aggravati dal metodo mafioso.
Secondo gli inquirenti, gli arrestati, si tratta di due giovani incensurati, uno si chiama Daniele Imparato, avrebbero avuto un ruolo centrale in un articolato sistema di trasferimenti fraudolenti di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e tentata estorsione, tutti finalizzati ad agevolare le attività del clan D’Alessandro, storico gruppo camorristico egemone a Castellammare di Stabia.
Il “monopolio” del soccorso
L’indagine – diretta dalla Procura della Repubblica e condotta dai Carabinieri – avrebbe svelato un controllo occulto e monopolistico del servizio di soccorso sanitario presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare.
Dietro le apparenze di una regolare attività imprenditoriale, gli uomini del clan avrebbero imposto – attraverso sistematiche intimidazioni e minacce ai concorrenti – la propria gestione del servizio di ambulanze per il trasporto infermi e per il 118.
Un sistema radicato e redditizio, che garantiva al gruppo criminale non solo ingenti guadagni ma anche il controllo del territorio, in un settore delicato come quello dell’assistenza sanitaria d’emergenza.
Pressioni anche sullo stadio Menti
Ma l’avidità del clan non si sarebbe fermata al mondo sanitario.Potrebbe interessarti
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Un’ulteriore conferma – sottolineano gli investigatori – della pervasività del potere mafioso, capace di insinuarsi in ogni ambito della vita economica cittadina, dai servizi pubblici agli spazi sportivi.
Sequestrata la società “di facciata”
Contestualmente agli arresti, il GIP ha disposto il sequestro preventivo della società che – secondo la ricostruzione della DDA – costituiva il veicolo operativo attraverso cui il clan esercitava il proprio monopolio nel settore delle ambulanze.
L’azienda, formalmente intestata a terzi, sarebbe stata in realtà gestita e controllata dagli uomini del clan, che la utilizzavano per mascherare i proventi illeciti e consolidare la propria presenza sul territorio.
Una nuova pagina dell’offensiva antimafia
L’operazione di ieri si inserisce nel più ampio filone investigativo che, da mesi, sta smantellando l’impero economico e criminale del clan D’Alessandro, uno dei più radicati della camorra stabiese.
Con gli arresti di oggi si completa un quadro di infiltrazioni mafiose nei settori vitali della città, confermando come il potere del clan si fondasse non solo sulla violenza ma anche sulla gestione occulta di attività imprenditoriali apparentemente legali.






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