

Un momento della manifestazione
La quarta edizione dell’International Sport Film Festival di Castellammare di Stabia, dedicata al tema “Women in Sports”, ha preso il via il 24 novembre e proseguirà fino al 29, coniugando cinema ed impegno sociale.
In questo quadro, il 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – il festival, presso la sala convegni della Banca Stabiese, ha ospitato il convegno “Un cammino condiviso per superare abusi e stereotipi”, organizzato in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata.
Il già ricco programma di proiezioni, testimonianze e incontri si è così arricchito di un confronto partecipato, che ha posto al centro la presenza femminile nello sport e nella comunità. Un dibattito che ha ribadito l’urgenza di contrastare discriminazioni e pregiudizi, superando luoghi comuni che ancora ostacolano il pieno riconoscimento delle donne, soprattutto nei contesti tradizionalmente riservati agli uomini.
L’evento, moderato dalla Dott.ssa Fiorangela D’Amora – giornalista de Il Mattino di Napoli – ha visto la partecipazione di cariche istituzionali e di rappresentanti del mondo del diritto e dello sport: Avv. Marika Donnarumma, segretaria Comitato Pari Opportunità, Avv. Pasquale Damiano Presidente COA, Dott.ssa Giovanna Ceppaloni Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, Avv. Marcello Ambrosino Designatore osservatori arbitri A/B/C, l’Avv. Marilisa Somma Presidente CPO Torre Annunziata, La Sovrintendente Lucia Annunziato del Commissariato Polizia di Stato di Castellammare di Stabia, Angela Procida campionessa di nuoto paralimpico, un gruppo di ragazze, arbitri ed assistenti a disposizione dell’OTR e dell’OTS, rispettivamente Organo Tecnico regionale ed Organo Tecnico Sezionale, i Dott. Nicola D’Auria e Ciro Sorrentino, Direttori artistici dell’International Film Festival.
Ad aprire i lavori è stata l’Avv. Marika Donnarumma, segretaria del Comitato Pari Opportunità, che oltre ai saluti iniziali ha sottolineato la necessità di un cambiamento culturale profondo per superare le persistenti disparità di genere. «La tematica è delicata – ha affermato nel corso del suo intervento – ma il binomio donna-sport è importante perché lo sport è uno strumento potentissimo per veicolare messaggi di uguaglianza, rispetto e parità, valori alla base della non violenza. Attraverso lo sport possiamo raggiungere le fasce più giovani e promuovere una trasformazione culturale, una vera rivoluzione, affinché il cambiamento non resti solo un’idea.»
Il Festival, nato con l’intento di divulgare temi importanti legati al cinema e allo sport e con ricadute significative sul piano sociale, attraverso il Convegno ha assunto il ruolo di portavoce della stringente esigenza di trasformazione sollevata dal Comitato Pari Opportunità. Tanto più che quest’anno – hanno affermato Nicola D’Auria e Ciro Sorrentino – la manifestazione ha registrato un numero imponente di iscrizioni, tradotte in 250 progetti arrivati da 53 paesi nel mondo. Dai lavori presentati al Festival sono emerse vicende che mostrano come, violenza e abusi nello sport, abbiano radici antiche, a testimonianza di un problema diffuso e duraturo.
“È necessario accendere una luce su questi eventi, denunciarli e soprattutto parlarne – ha ribadito Ciro Sorrentino – perché solo attraverso il dialogo si può avviare un vero cambiamento”, ha aggiunto in conclusione del suo intervento.
L’Assessora all’Educazione e alle Pari Opportunità del Comune di Castellammare di Stabia, Annalisa Di Nuzzo – intervenuta a titolo personale e per portare i saluti del Sindaco Luigi Vicinanza – ha sottolineato il valore simbolico della giornata del 25 novembre, occasione per ribadire che la violenza contro le donne non dovrebbe avere ragione di esistere. Ha evidenziato, però, la necessità di superare stereotipi e pregiudizi per costruire una società inclusiva, ricordando l’impegno dell’amministrazione con sportelli dedicati e iniziative nelle scuole. Riguardo allo sport ha aggiunto:“Lo sport rappresenta un momento di socialità, mette avanti regole e percorsi di crescita, e valorizza il talento e la determinazione delle donne.”
La Presidente del Tribunale, Dott.ssa Giovanna Ceppaloni, ha definito interessante e originale l’argomento del giorno. Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza dello sport e la dignità costituzionale che esso ha acquisito con la modifica dell’articolo 33, una dignità normativa che impone di riconsiderare anche il rapporto tra le donne e lo sport, storicamente osteggiate nell’accesso a questa disciplina.
La Dott.ssa Ceppaloni ha ricordato come lo stesso fondatore delle moderne Olimpiadi - Pierre de Coubertin - avesse definito la partecipazione femminile “antiestetica”, segno di un ostruzionismo radicato. Auspicando per le nuove generazioni percorsi meno tortuosi rispetto al passato, ha concluso: «Auguro a tutti un buon lavoro in questo cammino di donne, diritti e sport, intesi come obiettivo comune, perché lo sport non è una cosa secondaria: è qualcosa di importante».
Il Presidente del COA, Avv. Pasquale Damiano, si è allineato ai rilievi dei precedenti oratori, richiamando l’attenzione sull’annosa questione delle differenze di genere, che non possono essere ignorate. Ha invitato a una presa di coscienza alla luce del rapporto del World Economic Forum, che colloca l’Italia all’86° posto su 140 paesi per parità di genere. In Europa, ha sottolineato, il divario risulta addirittura doppio rispetto alla media.
Interessante e di spessore anche il contributo della Sovraintendente del Commissariato di Polizia di Castellammare di Stabia, Lucia Annunziato, che nel corso di un intervento dal profilo tecnico e incisivo ha delineato le procedure attuate in caso di episodi di violenza. Procedure tese a garantire sicurezza e tutela in modo rapido ed efficace, riconoscendo alle vittime la necessaria prevenzione rispetto al ripetersi degli abusi. Ha rimarcato come tali strumenti non debbano essere considerati mera burocrazia, ma azioni concrete per contrastare la violenza.
Non sono mancate le testimonianze di chi vive quotidianamente il connubio tra donna e sport e contrasta, con determinazione e passione, ogni forma di pregiudizio o abuso. La campionessa paralimpica Angela Procida, dopo aver osservato che nella sua disciplina – il nuoto – non si registrano differenze sostanziali tra uomini e donne, ha sollevato il tema più ampio della mancanza di uguaglianza.
Una disuguaglianza che riguarda non solo gli sport tradizionalmente attribuiti agli uomini, nei quali le donne risultano ancora penalizzate, ma anche il rapporto tra settore olimpico e paralimpico. La Procida ha insistito sulla necessità di un cambiamento culturale, che a suo avviso deve partire dall’ascolto: dalla capacità di chi osserva questa disparità di comprenderne il significato e di tradurre le parole in azioni concrete per eliminarla.
Dopo la testimonianza coinvolgente e autentica della campionessa stabiese, la parola è passata all’Avv. Marcello Ambrosino, Osservatore Arbitrale nelle serie professionistiche (A, B e C) e componente della Commissione Osservatori Nazionale Professionisti. Il suo contributo, volutamente più tecnico che giuridico, ha fatto luce sulle difficoltà che vivono gli arbitri, difficoltà che si amplificano quando a ricoprire questo ruolo sono le donne.
Alcuni brevi video proiettati durante l’intervento hanno mostrato episodi di abusi e stereotipi: situazioni in cui, a seguito di una decisione tecnica o semplicemente per la presenza di una donna con la casacca arbitrale – ancora percepita da molti come prerogativa maschile – pubblico e addetti ai lavori hanno reagito con cori offensivi e violenze verbali.
La protagonista di uno degli attacchi testimoniati nel video, presente al convegno, ha spiegato che tali atteggiamenti sono all’ordine del giorno e scaturiscono da un evidente problema culturale teso a scoraggiare le donne in questo ruolo. Ha però riferito come lei e le colleghe non si lascino demotivare nella passione e nella determinazione che le hanno condotte ad arbitrare, ribadendo l’importanza di non farsi frenare neanche dall’intraprendere una simile carriera.
La conclusione del convegno è stata affidata all’Avv. Marilisa Somma, Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, che ha evidenziato le persistenti disparità e stereotipi che colpiscono le donne, in ambito sportivo e non.
La maggiore libertà di scelta attribuitale rispetto al passato, non ha annullato la violenza verbale e le etichette negative che continuano a mortificare la figura femminile, specie in discipline tradizionalmente maschili. Ha ricordato, citando Nelson Mandela, il potere dello sport di cambiare il mondo, esprimendo amarezza per gli aspetti che, declinati al femminile, non riescono ancora a realizzare pienamente questo potere.
Ridurre le discriminazioni e garantire pari dignità alle donne anche nello sport è l’indicazione emersa con forza da questa immersiva tavola rotonda, che ha lanciato un appello all’impegno collettivo affinché questa disciplina diventi davvero terreno di uguaglianza e rispetto. Una vera e propria palestra di valori.