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Carceri in Campania al collasso, l'allarme di Ciambriello: "Una bomba sociale a miccia corta"

In Campania la popolazione supera i sette milioni di abitanti.
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In Campania oltre 7.700 detenuti per 5.500 posti. Il Garante campano: "Troppa custodia cautelare e pene alternative insufficienti. Il Governo agisca come fatto in passato"

Napoli – La situazione delle carceri italiane, e in particolare di quelle campane, è un'emergenza che rischia di esplodere. A lanciare l'allarme è Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Regione Campania e Portavoce della Conferenza Nazionale dei Garanti, che definisce il sistema penitenziario "una bomba sociale a miccia corta". I numeri confermano un quadro critico: a fronte di una capienza reale di 5.500 posti, in Campania sono presenti 7.751 detenuti.

Il problema, secondo Ciambriello, risiede in un uso eccessivo della carcerazione preventiva.

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A livello nazionale, su 63.493 detenuti per 45.000 posti disponibili, quasi 10.000 (9.730) sono in attesa di primo giudizio. Di questi, 1.308 si trovano negli istituti campani. "Occorrerebbe meno custodia cautelare per reati non gravi e più misure alternative per chi ha una pena sotto i quattro anni", sottolinea il Garante.

La denuncia si trasforma in un appello diretto al Governo. Ciambriello evidenzia come circa 8.000 detenuti in Italia, di cui 900 in Campania, debbano scontare meno di un anno. "Perché tenerli dentro?", si chiede, proponendo una misura deflattiva. "Il Governo di centro-destra dovrebbe avere il coraggio di fare ciò che il Governo Berlusconi ha fatto nel 2003 e nel 2010, specialmente quest'anno, nell'anno del Giubileo della Misericordia".

Il carcere, nelle parole del Garante, si manifesta sempre più come una "discarica sociale", un "ospizio per poveri" dove si concentrano fragilità e disagio. I dati lo dimostrano: in Italia sono presenti 20.000 detenuti stranieri (959 in Campania), 17.000 tossicodipendenti (1.704 in Campania) e 4.200 persone con sofferenza psichica, spesso già in cura prima della detenzione (400 in Campania).

"Il carcere è l'emblema della disuguaglianza e la rappresentazione pratica della mancata applicazione della Costituzione", conclude Ciambriello. La mancanza di attività lavorative e di reinserimento alimenta un ozio forzato che aggrava la tensione. Il suo ruolo, ribadisce, è quello di vigilare perché alle persone private della libertà non venga mai sottratta la dignità, promuovendo iniziative che tutelino i diritti umani e favoriscano l'umanizzazione della pena.

Articolo pubblicato il 14 Novembre 2025 - 16:55 - A. Carlino

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