Napoli – Si accendono i riflettori su una vertenza che promette di far discutere, ben oltre i confini dell'ASL Napoli 1 Centro. Al centro della tempesta c'è il licenziamento in tronco di Francesco Maresca, storico rappresentante sindacale aziendale per il Sindacato Generale di Base (SGB), dipendente della Coop Service, la ditta che gestisce in appalto i servizi per l'azienda sanitaria locale.
Un provvedimento che il sindacato non esita a definire un atto di "chiara rappresaglia", mirato a colpire chi, negli ultimi tempi, ha alzato la voce per difendere la sicurezza e i diritti contrattuali dei lavoratori.
La risposta dell'SGB è stata immediata e perentoria: richiesta di ritiro immediato del licenziamento e mobilitazione generale. Il primo atto di questa battaglia si consumerà mercoledì 27 novembre 2025, quando dalle ore 10 alle 13 i lavoratori della Coop Service – iscritti e non – incroceranno le braccia per un'assemblea retribuita presso la sede ASL del Frullone.
Parallelamente, un presidio di protesta picchetterà l'ingresso della struttura per manifestare solidarietà a Maresca e tenere alta l'attenzione su quello che viene percepito come un attacco frontale alla libertà sindacale.
Il nodo della responsabilità solidale
La vicenda travalica il singolo caso personale e tocca un nervo scoperto nel sistema degli appalti pubblici: il ruolo dell'ente committente.Potrebbe interessarti
L'SGB punta il dito contro i vertici dell'azienda sanitaria, chiedendo un intervento deciso sulla Coop Service per ripristinare la legalità e il rispetto dei diritti costituzionali nei luoghi di lavoro.
La battaglia legale
Mentre si prepara la piazza, si affilano le armi anche nelle aule di tribunale. Francesco Maresca ha già dato mandato all'avvocato giuslavorista Giuliana Quattromini di impugnare il licenziamento. L'obiettivo è duplice: ottenere la reintegra immediata nel posto di lavoro e far riconoscere la natura discriminatoria del provvedimento espulsivo.
La vertenza dell'ASL Napoli 1 diventa così un caso scuola sulla tenuta dei diritti dei lavoratori nel complesso mondo degli appalti, dove spesso le tutele rischiano di sgretolarsi nel passaggio tra committente pubblico e azienda privata.
Il 27 novembre sarà il primo test per capire quanto il fronte dei lavoratori sia compatto nel respingere quello che viene letto come un tentativo di mettere il bavaglio al dissenso.


























































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