Napoli - L’aggressione è avvenuta alle 7 del mattino di domenica, all’uscita da una serata musicale nella zona dei locali di Agnano, quando un giovane si è avvicinato a piedi e ha sparato contro il sedicenne nel parcheggio, davanti agli amici che hanno dato l’allarme.
Il presunto aggressore è fuggito subito dopo gli spari, mentre la vittima è stata soccorsa e trasportata all’Ospedale del Mare, dove è stata stabilizzata: non è in pericolo di vita. Sull’episodio indagano la Squadra Mobile e l’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli, che stanno vagliando i racconti dei coetanei presenti.
La scena del crimine
Il teatro della sparatoria è via Scarfoglio, nel quadrante occidentale della città, un’area di intensa movida con diversi locali e ampi parcheggi che nelle ore dell’alba restano affollati di giovanissimi dopo i party notturni.
Secondo le prime ricostruzioni, i colpi hanno raggiunto esclusivamente gli arti inferiori del ragazzo, una dinamica compatibile con la tipica “gambizzazione”, mentre non risultano altri feriti. Le forze dell’ordine stanno verificando eventuali telecamere nelle adiacenze e possibili collegamenti con attriti tra gruppi di coetanei, scenario ricorrente in episodi analoghi di microconflittualità giovanile.
Un pattern che preoccupa
L’episodio si inserisce in un quadro cittadino segnato da escalation episodiche tra armi da fuoco ed esplosivi, come mostrano recenti fatti nell’area dei Decumani con sparatorie notturne e ordigni artigianali che hanno danneggiato attività commerciali.
Nelle stesse ore della notte, cronache locali hanno documentato una “domenica da incubo” tra omicidi e ferimenti, delineando un contesto di forte pressione sulla sicurezza urbana. La concentrazione di eventi nell’arco della movida notturna, con picchi tra la tarda notte e le prime ore del mattino, è un fattore di rischio che gli investigatori monitorano da tempo.
Violenza giovanile: oltre il caso
Il fenomeno della violenza tra minori e giovani adulti non è circoscritto a singole aree e presenta tratti comuni: piccoli gruppi, dinamiche rapide e reati che spaziano da risse e lesioni a rapine e vandalismi, spesso ai danni di coetanei.
Studi e dossier recenti indicano che, a livello nazionale, le segnalazioni su minori denunciati o arrestati sono cresciute tra il 2022 e fine 2024 di circa il 16%, con una prevalenza di episodi di risse e percosse stimata attorno a sette casi su dieci nelle attività devianti delle bande giovanili.Potrebbe interessarti
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Un’analisi esplorativa di Transcrime, in collaborazione con i Ministeri dell’Interno e della Giustizia, descrive gruppi poco strutturati di circa 10 ragazzi, 15-17 anni, radicati in contesti di disagio familiare e sociale, con trend in aumento segnalato da quasi metà delle questure e crescita dei casi presi in carico dagli Uffici di servizio sociale minorile nel post-pandemia.
Nell’area metropolitana napoletana, osservatori e cronache registrano una presenza non marginale di gruppi giovanili coinvolti in reati predatori e violenti, con oscillazioni annuali e operazioni di polizia mirate al contenimento, specie su spaccio e rapine.
Nel 2023 le segnalazioni complessive di criminalità giovanile risultavano in lieve flessione a livello nazionale, ma con incrementi preoccupanti per specifiche tipologie come le violenze sessuali e le rapine, fattori che impattano anche sui grandi centri urbani del Sud.
Il quadro fa emergere una doppia esigenza: azione repressiva mirata e strategie di prevenzione secondaria nei contesti scolastici e aggregativi più esposti, priorità ribadite anche a livello ministeriale.
Le leve di prevenzione
Gli studi suggeriscono che gli interventi più efficaci combinano presidio del territorio e percorsi educativi, sportivi e formativi che intercettino precocemente i giovani a rischio, prima della cristallizzazione dei gruppi e delle condotte violente.
La costruzione di reti tra scuole, servizi sociali e terzo settore, unita a programmi di giustizia riparativa per i minori autori di reati, è indicata come leva per ridurre recidiva e escalation, specie nei quartieri con maggiori fragilità. Parallelamente, l’adeguamento dell’illuminazione, la videosorveglianza nei nodi della movida e i controlli a campione su armi improprie nelle fasce orarie critiche possono mitigare il rischio immediato.
Cosa resta da chiarire
Gli investigatori stanno cercando riscontri oggettivi al racconto degli amici della vittima, a partire da immagini e tracciamenti nella zona del parcheggio per identificare l’autore e l’eventuale movente, che al momento non è stato reso noto.
Resta da verificare se l’azione rientri in uno scontro tra coetanei o in un contesto più ampio, ipotesi cui potranno dare risposte le analisi balistiche e i riscontri testimoniali. Le condizioni cliniche del ragazzo sono stabili: la prognosi resta riservata sul decorso, ma la vita non è in pericolo secondo i sanitari dell’Ospedale del Mare.





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