Varcaturo, veleno sotto il sole: i Carabinieri smantellano due discariche "piscine" di rifiuti, padre e figlia nel mirino della camorra dei veleniGiugliano in Campania (Napoli), 17 ottobre 2025 – Il sole di ottobre picchia come una sentenza su
A Varcaturo in via Licola Mare i Carabinieri della Stazione di Giugliano – spalle a spalle con il Nucleo Forestale di Pozzuoli – hanno calato il sipario su un inferno ecologico: due aree private trasformate in discariche abusive, per un totale di oltre 4.500 metri cubi di scarti velenosi.
Una montagna che, se rovesciata, riempirebbe due piscine olimpioniche fino all'orlo, o richiederebbe una carovana di 600 camion – una colonna infernale lunga più di due chilometri – per essere trascinata via.
L'operazione, scattata il 3 ottobre scorso, non è solo un blitz: è un altro capitolo della guerra eterna contro la Terra dei Fuochi, quel triangolo avvelenato tra Napoli Nord e Caserta dove Giugliano è la capitale sommersa del crimine ambientale.
Immaginate di scendere dal blindato, stivali che affondano in un tappeto di fanghiglia mista a detriti: la prima area, 1.500 metri quadrati di terreno nudo, senza un solo filtro per arginare la percolazione nelle falde acquifere – quel "sangue" sotterraneo che alimenta falde e orti di mezzo Sud.
Accatastati alla rinfusa, come trofei di un'economia deviata: barche in disarmo mai bonificate, carcasse di motori che stillano oli cancerogeni, cumuli di plastica frantumata, lamiere metalliche contorte e mattoni edili intrisi di amianto e sostanze ignote.
Rifiuti di ogni genere, molti pericolosi. E poi, a due passi, il colpo di coda: un deposito nautico confinante, 4.000 metri quadrati di capannoni fatiscenti riconducibile allo stesso sangue – un nucleo familiare che ha fatto del business dei relitti una miniera d'oro sporca.
Qui, altri cumuli: scarti speciali, forse eterni inquinanti, accatastati senza pudore, pronti a filtrare nel suolo carsico che non perdona.Potrebbe interessarti
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Il re di questo regno? Un uomo di 64 anni, giuglianese doc, pizzicato sul fatto mentre sorvegliava il suo impero di immondizia. Manette ai polsi per gestione illecita di rifiuti – un'accusa che nel Codice dell'Ambiente può tradursi in anni di carcere e risarcimenti milionari.
I giudici del Tribunale di Napoli Nord, dopo l'udienza di convalida, optano per i domiciliari: un "riposo forzato" che sa di opportunità per scavare più a fondo. Ma la rete si stringe familiare: la figlia, complice nel caos, finisce denunciata a piede libero per abbandono di rifiuti pericolosi, un reato che le pende sulla testa come una spada di Damocle – multe salate, procedimenti infiniti, e lo stigma di una vita marchiata dal veleno.
L'intero scempio – oltre 5.500 metri quadrati tra le due zone – è piombato sotto sequestro, transennato da nastri gialli e sorvegliato da turni armati. L'Arpa Campania è già al lavoro: carotaggi nel suolo, analisi di diossine e metalli pesanti, un censimento che rivelerà quanto questa "piscina" olimpionica di scarti abbia già avvelenato l'ecosistema.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, filano come un filo spinato: "Stiamo tracciando la provenienza", conferma una fonte vicino all'inchiesta. Da dove vengono questi mostri? Ipotesi puntano a cantieri edili abusivi del litorale, officine clandestine che smaltiscono di notte, forse un tentacolo dei clan dei Casalesi o dei Licci, eredi di quel "business dei rifiuti" che dagli anni '80 ha sepolto tonnellate di veleni nella piana campana.
Giugliano non è un'isola: è il cuore pulsante della Terra dei Fuochi, quel territorio martoriato da 40 anni di ecomafie, dove sversamenti illegali hanno causato un boom di tumori – +47% tra i bambini rispetto alla media nazionale – e malformazioni che spezzano generazioni. Qui, dove il Vesuvio fuma come un monito ignorato, inchieste come "Pianura Fuoco" del 2023 hanno smascherato giri da 50 milioni, con camion camorristici che danzavano sotto gli occhi bendati delle istituzioni.
Nel 2025 a Napoli e provincia già scoperti oltre 200 siti abusivi di rifiuti
E i numeri gridano: nel 2025, solo nel Napoletano, oltre 200 siti abusivi scoperti, ma il veleno resta, radicato come le radici degli ulivi morenti.Per padre e figlia, il domani è un'ombra: ricorsi al Tar, udienze che si trascineranno, ma il marchio della "camorra dei veleni" non si lava via. Lo Stato staccherà assegni per lo smaltimento – decine di migliaia di euro dai contribuenti – mentre i residenti di Varcaturo, pescatori con polmoni anneriti e madri che controllano ogni morso ai figli, attendono giustizia.
Ma in Terra dei Fuochi, ogni vittoria ha il sapore della cenere. E stanotte, chissà, un altro camion sfreccerà nell'oscurità, portando il suo carico di morte.
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