

truffa pannelli solari
Bologna– Una colossale illusione verde, camuffata da opportunità d'oro nelle rinnovabili, si è rivelata un inganno da 80 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Bologna, in sinergia con la Polizia di Stato e sotto la guida della Procura locale, ha smantellato una rete criminale transnazionale che, attraverso uno schema Ponzi, ha illuso migliaia di risparmiatori con investimenti in pannelli fotovoltaici inesistenti.
L'operazione, battezzata "Cagliostro" in omaggio al celebre illusionista settecentesco, ha portato al sequestro preventivo del sito www.voltaiko.com e al blocco di 95 conti correnti legati al gruppo societario, lasciando a bocca asciutta circa 6mila vittime sparse in tutta Italia.
Le indagini, coordinate dal pm Marco Imperato e condotte dal Nucleo operativo metropolitano della GdF bolognese insieme al Centro operativo per la Sicurezza Cibernetica dell'Emilia-Romagna, hanno portato a dieci avvisi di garanzia per i presunti capi e procacciatori della truffa.
Il meccanismo, degno di un copione hollywoodiano, sfruttava la fame di guadagni facili in un settore di moda come le energie rinnovabili. Ai potenziali investitori – spesso persone fragili, pensionati o piccoli risparmiatori attratti da spot accattivanti sui social – veniva proposta non l'installazione di pannelli solari sui tetti di casa, ma un "noleggio" di impianti virtuali collocati in Paesi esotici ad "alta produttività energetica", come deserti africani o isole tropicali.
In cambio, promesse di rendite mensili o trimestrali in "energy point", una moneta digitale fasulla convertibile in euro, con tassi di rendimento che sfioravano il 10-15% annuo.Ma il diavolo, come sempre, si nascondeva nei dettagli: le somme versate – da poche migliaia a decine di migliaia di euro – erano vincolate per un minimo di tre anni, impedendo rimborsi immediati e permettendo alla piramide di gonfiarsi come una bolla speculativa.
I primi investitori, pagati con i denari dei nuovi arrivati, si convincevano a reclutare amici e familiari, trasformandosi involontariamente in una rete di procacciatori. Un classico schema Ponzi, mutuato dal finanziere americano Charles Ponzi negli anni '20, che qui assumeva i contorni di un raggiro "ecologico": zero emissioni reali, solo fumo e specchi digitali.
Le perquisizioni, eseguite all'alba in un blitz coordinato su scala nazionale, hanno coinvolto reparti della GdF nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara e Ragusa. Gli agenti hanno fatto irruzione in abitazioni e uffici, sequestrando un arsenale di prove: criptovalute nascoste in wallet digitali, smartphone e computer colmi di chat e bonifici sospetti, beni di lusso come orologi e auto di grossa cilindrata, lingotti d'oro fusi in fretta e pile di documenti che ricostruiscono la mappa della truffa.
Tra i materiali rinvenuti, anche elenchi di contatti e script di vendita pronti all'uso, che rivelano come i truffatori puntassero su un target vulnerabile: over 60, disoccupati o famiglie in difficoltà economica, contattati via telefono o eventi promozionali camuffati da seminari gratuiti sulle rinnovabili.
Il volume degli investimenti stimato in 80 milioni – una cifra che potrebbe lievitare con ulteriori accertamenti – dipinge un quadro allarmante: in un Paese che spinge sul green per raggiungere gli obiettivi Ue al 2030, i raggiri legati alle rinnovabili sono in ascesa del 30% negli ultimi due anni, secondo dati interni delle forze dell'ordine.
Ora, con il portale oscurato e i conti congelati, le speranze delle vittime ripongono negli accertamenti della Procura. Per molti, però, il danno è irreparabile: pensioni prosciugate, mutui non più sostenibile, sogni di un futuro "verde" svaniti in un clic.