Cronaca Napoli

Torre del Greco, abbattuta casa abusiva nel cuore del Vesuvio: il proprietario la demolisce da sé

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Torre del Greco  – Una villetta abusiva di circa 80 metri quadrati è stata rasa al suolo ieri nel Parco Nazionale del Vesuvio, grazie a un ordine di demolizione emesso dal Tribunale di Torre Annunziata.

L'operazione, parte della crociata della Procura contro l'abusivismo edilizio, è stata eseguita in regime di autodemolizione dal proprietario stesso, evitando così l'uso di fondi pubblici già stanziati dal Parco.Il manufatto – un piano terra quadrangolare con patio e balcone, adibito a uso residenziale – sorgeva in via Cappella Bianchini 17, in un'area blindata da vincoli multipli: paesaggistico-ambientale (D.M. 1964), sismico (zona 2 ad alto rischio), vulcanico (zona rossa ex L.R. 21/2003), idrogeologico (Piano Sarno) e urbanistici (Zona E3 agricola periurbana e C2 del Parco Vesuviano).

La sentenza risale al 2009, ma l'intervento arriva ora, a coronamento di anni di sensibilizzazione istituzionale."Uno strumento insostituibile per tutelare il territorio", commentano dalla Procura, sottolineando il duplice effetto repressivo e dissuasivo contro le violazioni ambientali.

"La demolizione non è solo repressione, ma prevenzione: ripristina l'ambiente violato e dissuade i potenziali abusivi", spiega il procuratore in una nota ufficiale, riecheggiando la missione prioritaria dell'ufficio giudiziario. Grazie a un protocollo con il Parco del Vesuvio, i fondi per l'abbattimento – già allocati – restano intatti, reinvestibili in monitoraggio.

È il sesto intervento simile in meno di quattro mesi a Torre del Greco: a luglio, due depositi abusivi in via La Maria Ruospo e una villetta in via Boccea sono stati rasi al suolo, seguiti da un immobile scolastico e un garage con pergolato.

Una campagna serrata che ha già restituito al verde oltre 300 metri quadrati di suolo.Ma dietro i numeri, c'è una storia di fragilità campana. L'abusivismo edilizio flagella la Penisola Sorrentina e Vesuviana: secondo Legambiente, in Campania il 25% delle nuove residenze nasce senza permessi, alimentato da povertà e speculazione, con costi ambientali devastanti – erosione del suolo, rischio idrogeologico amplificato e habitat distrutti per specie endemiche come il Gufo Reale.

A Torre del Greco, il fenomeno è cronico: dal 2010, oltre 200 ordinanze di demolizione, ma solo il 40% eseguite, spesso dopo anni di rinvii. "È una piaga che ci mangia il futuro", dice Antonio, 62 anni, residente a due passi dal sito: "Vivevo la paura di una frana, con quel cemento che ostruiva i canali di scolo. Ora respiro, ma quanti ne restano nascosti tra i vigneti?" La sua testimonianza, raccolta nei gruppi locali su Facebook, riflette l'ambivalenza: sollievo per l'intervento, ma rabbia per il ritardo – 16 anni dalla condanna.

Articolo pubblicato il 18 Ottobre 2025 - 12:35 - A. Carlino
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A. Carlino