Ravenna – Si aggrava la posizione di Carlo Piccolo, 37 anni, originario di Pomigliano d’Arco, arrestato due giorni fa e detenuto nel carcere di Ravenna. L’uomo, inizialmente accusato di tentato omicidio, dovrà ora rispondere di omicidio volontario: è morto infatti Edi Giachi, il 70enne investito giovedì sera durante quella che gli inquirenti definiscono una spedizione punitiva.
Il decesso dell’anziano è avvenuto ieri, 20 ottobre, all’ospedale Bufalini di Cesena, dove era stato ricoverato in condizioni gravissime.
La ricostruzione: una lite per droga degenerata in tragedia
Secondo quanto emerso dalle prime indagini, Piccolo avrebbe organizzato un’aggressione contro il figlio di Giachi, con il quale aveva avuto uno scontro per un debito di droga di modesta entità. All’origine, una truffa nello spaccio: il 37enne sosteneva di aver ricevuto crack al posto della cocaina acquistata.
Dopo una telefonata di minacce, Piccolo si sarebbe presentato sotto casa del giovane, in via 6 Dicembre 1944, armato di rabbia e intenzioni violente. Lì avrebbe colpito con forza l’auto del rivale, distruggendone il lunotto posteriore e versando del liquido infiammabile all’interno del veicolo.
La situazione è rapidamente degenerata in una colluttazione.Potrebbe interessarti
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Le due versioni e le indagini in corso
Sul momento dell’impatto, le versioni divergono radicalmente. Secondo il figlio della vittima, l’investimento è stato volontario e mirato a colpire il padre. Piccolo, invece, sostiene di non essersi accorto dell’anziano e di essere fuggito per paura, perché circondato da quattro persone armate di catene.
Determinanti, nelle prossime ore, saranno le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, che potrebbero chiarire la dinamica esatta dell’accaduto.
La misura cautelare e i precedenti
Il giudice ha convalidato l’arresto disponendo per Piccolo la custodia cautelare in carcere. Il 37enne è già noto alle forze dell’ordine per diversi precedenti legati a episodi di violenza e spaccio.
Con la morte di Edi Giachi, quella che sembrava una spedizione punitiva finita male si è trasformata in una vicenda di sangue, che scuote la comunità di Porto Corsini e apre l’ennesimo capitolo di violenza legata al mondo della droga e delle vendette personali.
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