Don Antonio Coluccia
Napoli– È tornato a Pianura a sfidare i pusher dopo tre anni, un gesto di sfida frontale, un atto di coraggio che rompe il muro di omertà e paura.
Protagonista dell'ultima clamorosa iniziativa è Don Antonio Coluccia, il sacerdote vocazionista già noto per la sua lotta instancabile contro lo spaccio nelle periferie romane, tanto da vivere sotto scorta. Don Coluccia ha puntato dritto al cuore della roccaforte dello spaccio: la piazza controllata dal temibile clan Perfetto-Carillo in via Evangelista Torricelli, al rione Cannavino, considerato oggi uno dei "cartelli" dominanti del quartiere.
Armato solo di un megafono, il prete pugliese ha fatto irruzione, gridando a squarciagola un monito diretto agli spacciatori: "Solo Dio è perfetto". Una frase ripetuta più volte, scandita con un tono che ha rotto l'assordante silenzio della rassegnazione.
L'effetto è stato immediato e inatteso: in un repentino "fuggi fuggi" sotto i porticati, la piazza di droga ha chiuso i battenti. Una pattuglia dellapolizia, arrivata sul posto, ha potuto constatare il momentaneo "silenzio". I residenti, abituati a convivere con i pusher, si sono affacciati increduli dai balconi, testimoni di un'anomala quanto effimera vittoria della legalità.
La domanda è inevitabile: durerà? Forse no. Ma il segnale inviato da Don Coluccia – fondatore dell'Opera San Giustino e già minacciato in passato nel rione romano Quarticciolo per iniziative analoghe – è chiaro: qui serve la presenza massiccia delle istituzioni, della Chiesa e, soprattutto, delle forze dell'ordine.
Il sacerdote non è nuovo nel quartiere. Tre anni fa aveva fatto una prima irruzione contro i pusher e poi a maggio scorso, il suo megafono aveva tuonato in piazza San Giorgio dopo una serie di episodi di violenza notturna e dopo l'aggressione al rappresentante dell'associazione antiracket Luigi Cuomo, gridando che la camorra è "contro il vangelo".
Con quest'ultima azione, Don Coluccia non si limita a denunciare il degrado e la paura che attanagliano Pianura. L'obiettivo è più profondo: scuotere le coscienze dei cittadini, spingendoli a una ribellione morale e civile contro chi monopolizza gli spazi comuni e le palazzine popolari per la vendita di stupefacenti. La sua "predica balistica" ha riacceso i riflettori sul Cannavino e ha lanciato l'ennesimo guanto di sfida ai clan: la Chiesa non intende arretrare di un passo.
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E' interessante vedre come don Coluccia ha reagito a questa situazone di degrado e paura. Ma domande nascono su quanto tempo durera questo cambiamento. Le istituzioni devono fare di piu per aiutare le persone in queste zone.
Si, è vero che la presenza delle istituzioni è importanta, pero' anche i cittadini devono impegnarsi di piu. Non basta una voce con un megafono per risolvere anni di problemi e paura.