Caserta– A quasi tredici anni dall’omicidio di Emanuele Di Caterino, il ragazzino di appena 14 anni accoltellato a morte il 7 aprile 2013 ad Aversa, la sua famiglia attende ancora una verità definitiva. Domani, davanti alla Corte di Appello del tribunale dei Minori di Napoli, si celebrerà l’ottavo processo per quell’assassinio che sconvolse la comunità casertana.
Sul banco degli imputati c’è Agostino Veneziano, all’epoca dei fatti un adolescente di 17 anni, oggi un uomo di 29, completamente libero. Un dato che pesa come un macigno sul cuore di Amalia Iorio, la madre di Emanuele, che da oltre un decennio combatte per ottenere giustizia:
«Non ce la faccio più ad ascoltare il nome di mio figlio nelle aule dei tribunali, vorrei che riposasse in pace. E invece il suo assassino è sempre libero», denuncia con voce rotta dalla stanchezza.
La donna non ha mai smesso di farsi portavoce di una battaglia che non è soltanto personale: «Sono delusa e amareggiata – racconta – ma continuo a lottare affinché altri genitori che hanno perso un figlio possano ottenere giustizia in tempi ragionevoli.Potrebbe interessarti
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Il percorso giudiziario è stato tortuoso, fatto di condanne, annullamenti e rinvii che hanno moltiplicato i processi senza mai approdare a una conclusione definitiva.
Il primo procedimento si celebrò nel 2014, con rito abbreviato, e si concluse con una condanna a 15 anni di carcere inflitta dal giudice monocratico del tribunale dei Minori. Una sentenza cancellata poco dopo dalla Corte d’Appello, che stabilì che il processo si sarebbe dovuto svolgere davanti a un collegio.
Da lì una sequenza di verdetti e ribaltamenti: condanna a 8 anni in primo grado, poi aumentata a 10 anni in appello, quindi annullata dalla Cassazioneall’inizio del 2023. Nello stesso anno, in un nuovo processo, Veneziano fu condannato nuovamente a 8 anni, ma nel maggio 2024 la Suprema Corte ha rimandato ancora una volta gli atti a un’altra sezione della Corte d’Appello dei Minori di Napoli.
Domani sarà il turno dell’ottava udienza, con la speranza che arrivi finalmente una sentenza che ponga fine a questa vicenda giudiziaria senza fine. Ma la paura, nelle parole della madre, è che tutto possa ricominciare da capo, con un nono processo.







Commenti (1)
E’ davvero triste vedere come la giustizia non riesce a fare il suo corso, sembra che ci sia sempre un problema per arrivare a una conclusione. La mamma di Emanuele merita di sapere la verità e avere giustizia per suo figlio, è ingiusto.