Cronaca Giudiziaria

Omicidio Artiano al Rione Traiano, i giudici: "Gianluca Muro bloccò la vittima mentre il figlio sparava"

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Napoli– Avrebbe potuto e dovuto prevedere che il figlio, armato e umiliato dagli schiaffi, avrebbe sparato. Invece, lo ha tenuto fermo, bloccandogli ogni via di fuga e di fatto "consegnandolo" al proiettile mortale esploso dal figlio Pasquale.

Con questa agghiacciante motivazione, il GIP del Tribunale di Napoli, Federica De Bellis, ha condannato a 10 anni e 6 mesi di reclusione il 51enne Gianluca Muro, ritenendolo colpevole in concorso anomalo nell'omicidio di Antonio 'Anthony' Artiano, il 23enne ucciso al culmine di una faida familiare nel cuore del Rione Traiano il 10 novembre 2022.

La sentenza, emessa lo scorso luglio al termine di un processo con rito abbreviato, chiude il secondo capitolo di una tragedia familiare che ha già visto la condanna in primo grado e in Appello di Pasquale Muro, l'esecutore materiale del delitto, a 16 anni di reclusione.

La dinamica di un'esecuzione a freddo

Le motivazioni depositate dal giudice ricostruiscono i fotogrammi di una lite trasformatasi in un'esecuzione. L'incontro, che doveva essere "chiarificatore" sui presunti maltrattamenti di Anthony ai danni della fidanzata, figlia e sorella degli imputati, degenera rapidamente.

Secondo la ricostruzione, Antonio Artiano, sentendosi minacciato, aveva esploso alcuni colpi in aria con una pistola calibro 7,65 per intimidire i presenti. È in quel momento che la situazione precipita.

Mentre Anthony tenta di allontanarsi, suo suocero, Gianluca Muro, lo afferra e lo immobilizza. Nel frattempo, suo figlio Pasquale, che era stato schiaffeggiato dalla vittima, estrae a sua volta una pistola calibro 6,35 e fa fuoco, colpendo Artiano alla testa. La morte sopraggiungerà in ospedale sei giorni dopo, il 16 novembre.

Il "concorso anomalo" del padre

Il castello accusatorio, sostenuto dai PM Maurizio De Marco e Valentina Rametta (che avevano chiesto 12 anni per Gianluca Muro), si fonda su un punto giuridico cruciale: il concorso anomalo in omicidio.

Il giudice ha stabilito che, sebbene Gianluca Muro non avesse l'intenzione di uccidere, la sua azione è stata determinante. Sapeva che il figlio era armato e, bloccando la vittima, ha consapevolmente accettato il rischio che la situazione potesse degenerare in un evento più grave, ovvero l'omicidio. "Se Gianluca Muro non avesse bloccato Anthony", scrive il GIP, "il ferimento mortale, in sostanza, non si sarebbe verificato".

La sentenza ha inoltre disposto il pagamento di una provvisionale di 240mila euro in favore dei familiari della vittima, assistiti dall'avvocato Sergio Pisani.

Una vicenda che svela, ancora una volta, le dinamiche di violenza e giustizia sommaria che governano le relazioni in certi contesti territoriali, dove un diverbio familiare può trasformarsi, in una manciata di secondi, nell'anticamera della morte.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 17 Ottobre 2025 - 20:15 - Giuseppe Del Gaudio
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Giuseppe Del Gaudio