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Napoli, violenza a Porta Capuana: la madre della vittima ringrazia chi ha soccorso la figlia

“Tre angeli le sono stati accanto”. La vicenda riaccende i riflettori sul degrado della zona e sulle proteste di residenti e commercianti: “Qui serve più sicurezza, ogni notte è un incubo”.
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Napoli – «Mia figlia ha subito una violenza terribile, ma tre angeli l’hanno salvata». Comincia così il messaggio pubblicato sui social dalla madre della giovane donna aggredita nella notte tra venerdì e sabato a Porta Capuana, nel cuore del centro storico di Napoli.

Un post pieno di dolore ma anche di gratitudine verso chi, in quei momenti drammatici, non ha voltato lo sguardo dall’altra parte.

Il racconto della madre

La donna, che ha preferito restare anonima, ha voluto ringraziare pubblicamente tre persone: una turista francese, due agenti della Polizia di Stato e una funzionaria della Questuradi via Medina.

«Alice, una ragazza francese dai riccioli biondi, è intervenuta con coraggio nella colluttazione – scrive la madre – ha chiamato la polizia, ha accompagnato mia figlia in ambulanza e le è rimasta accanto durante le indagini. Poi ha aspettato il mio arrivo».

Un gesto di altruismo che ha commosso anche gli agenti della Volante 6, accorsi immediatamente sul posto dopo la chiamata della turista.

«Li ringrazio di cuore – continua la donna – hanno sostenuto mia figlia per ore, con umanità e delicatezza. E grazie anche alla dottoressa della Questura che ci ha accolte con rispetto e sensibilità. Non dimenticherò mai il loro aiuto».

La giovane è stata soccorsa e trasferita in ospedale, dove ha ricevuto le prime cure. Sulla vicenda indaga la Squadra Mobile della Questura di Napoli, che sta passando al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per identificare l’aggressore.

Un quartiere allo stremo

L’episodio è avvenuto in una delle aree più delicate della città, Porta Capuana, da tempo al centro delle cronache per degrado, microcriminalità e abbandono.

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La violenza di venerdì notte ha riacceso la rabbia di residenti e commercianti, che da mesi chiedono più controlli e maggiore illuminazione nelle strade del quartiere.

«Qui la notte è terra di nessuno – racconta Carmine, titolare di una pizzeria in via Carbonara – tra spaccio, risse e rapine, viviamo con la paura. Non bastano le pattuglie occasionali: serve una presenza costante delle forze dell’ordine».

Dello stesso parere Rosa, che gestisce un piccolo negozio di abbigliamento: «Ogni giorno assistiamo a scene di degrado. È inaccettabile che una zona storica, a due passi dal Duomo, sia diventata un rifugio per sbandati e malintenzionati».

L’allarme sicurezza

La violenza a Porta Capuana si aggiunge a una lunga scia di episodi che negli ultimi mesi hanno scosso il centro storico: aggressioni, rapine e furti, ma anche il ritorno di bande giovanili che si contendono le piazze di spaccio.

Solo poche settimane fa, un gruppo di commercianti aveva promosso una raccolta firme indirizzata al prefetto di Napoli, chiedendo un piano straordinario di vigilanza e videosorveglianza.

«Non possiamo aspettare che succeda una tragedia per intervenire – ha dichiarato un rappresentante dell’associazione “Commercianti Uniti di Porta Capuana” –. Qui vivono famiglie, turisti, studenti. Ogni notte, dopo una certa ora, diventa pericoloso anche solo rientrare a casa».

La ferita aperta del degrado urbano

Porta Capuana, simbolo storico della Napoli antica, è oggi una zona dove convivono la vitalità dei mercati popolari e l’abbandono delle istituzioni.
L’ex Tribunale, gli edifici fatiscenti, le piazze occupate da senzatetto e spacciatori sono il segno di un quartiere che chiede riscatto ma che continua a sprofondare nel degrado.
L’aggressione di venerdì notte non è solo un episodio di cronaca nera, ma l’ennesimo campanello d’allarme su una realtà che rischia di diventare zona franca in pieno centro cittadino.

In attesa di giustizia

«Spero che la giustizia faccia il suo corso – conclude la madre della vittima – ma intanto voglio che il gesto di quei tre angeli non venga dimenticato. In mezzo a tanta violenza, hanno dimostrato che l’umanità esiste ancora».
Mentre le indagini proseguono per individuare il responsabile, resta il dolore di una famiglia e la rabbia di un quartiere che chiede risposte.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 13 Ottobre 2025 - 07:20 - Rosaria Federico

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