Cronaca Nera

Napoli, sgominata la banda dei "nonni rapinatori high tech"

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Napoli- Un sodalizio criminale composto da professionisti "attempati", capaci di unire la violenza della rapina a mano armata alla tecnologia più sofisticata per i furti in appartamento. È il profilo della banda sgominata dalla Squadra Mobile di Napoli, guidata dal dirigente Giovanni Leuci, che ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare.

In manette sono finiti cinque uomini, tutti napoletani del centro storico e con un'età anagrafica che stride con l'efferatezza dei reati contestati: si va dai 56 ai 72 anni.

Le accuse, coordinate dalla Procura di Napoli, sono pesantissime: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, rapine a mano armata, furti in abitazione e persino sequestro di persona aggravato.

Il software "Sneakey" per duplicare le chiavi

Il modus operandi della banda rivela una doppia anima. Per i furti "puliti" in negozi e appartamenti, il gruppo utilizzava un sofisticato software denominato "Sneakey". Grazie a questo programma, i malviventi riuscivano a riprodurre le chiavi degli obiettivi partendo da semplici fotografie.

I sopralluoghi venivano effettuati con meticolosità: o scattando foto da distanza ravvicinata con un comune cellulare, oppure utilizzando un potente teleobiettivo capace di catturare l'immagine della chiave appesa al portone o nella toppa fino a 70 metri di distanza. Una volta ottenuta l'immagine, il software faceva il resto, permettendo alla banda di entrare senza scasso.

La rapina violenta e il sequestro di persona

Ma quando la tecnologia non bastava, la banda non esitava a usare la forza bruta. È il caso del colpo messo a segno lo scorso 16 marzo, alle 22:45, in un supermercato di Materdei.

Quattro membri del commando, pistole in pugno, hanno fatto irruzione nel market e hanno preso in ostaggio gli addetti alla sistemazione delle merci. I dipendenti sono stati immobilizzati con nastro isolante e minacciati.

La banda puntava alla cassaforte. Non riuscendo ad aprirla, i rapinatori hanno costretto i dipendenti sequestrati a trasportare il pesante forziere dal primo piano al piano terra e, successivamente, a caricarlo nel bagagliaio della loro auto. Un'azione violenta che configura il reato di sequestro di persona.

Gli arrestati e le indagini

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico dei cinque uomini, protagonisti di diversi colpi messi a segno tra marzo e giugno 2024.

Gli arrestati sono tutti figure già note alle forze dell'ordine:

Massimo Avallone, 56enne di Bacoli, detto “o’ chiattone”, ritenuto il capo del sodalizio e figura centrale nelle indagini (compare in 3 dei 4 capi d'imputazione).

I fratelli Renato Elia, 72 anni, e Francesco Elia, 70 anni, entrambi dei Quartieri Spagnoli.

Pasquale Inocenta, 59enne di Fuorigrotta, attualmente già detenuto per altra causa.

Gennaro Ruggiero, 59enne del Pallonetto, soprannominato “Genny il bello”.

L'asso nella manica delle indagini, oltre all'analisi delle immagini di videosorveglianza e all'ascolto di vittime e testimoni, sono state le intercettazioni ambientali. In una conversazione captata, due degli indagati facevano esplicito riferimento a una "fatica", termine gergale per indicare un reato, appena compiuta. Il quadro indiziario è stato poi chiuso dal riconoscimento di Massimo Avallone da parte di due dei dipendenti del supermercato rapinato.

Secondo gli inquirenti, non tutti i membri hanno partecipato materialmente agli stessi colpi, ma tutti rispondono del reato associativo. L'inchiesta, però, potrebbe allargarsi: gli investigatori stanno cercando riscontri su una possibile ramificazione della banda, che avrebbe messo a segno furti con la stessa tecnica anche nella Svizzera italiana.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 29 Ottobre 2025 - 08:14 - Rosaria Federico
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Rosaria Federico