Napoli – In una mossa che sa di guerra preventiva contro l'ombra della camorra, il prefetto di Napoli Michele di Bari ha firmato tre interdittive antimafia nei confronti di altrettante ditte con sede nel capoluogo partenopeo.
Non si tratta di un'operazione isolata, ma di un colpo chirurgico per arginare il rischio di infiltrazioni criminali in settori vitali dell'economia locale: il commercio alimentare e la vendita al dettaglio di automobili e autoveicoli.
L'annuncio, emerso ieri dalla Prefettura, porta il totale delle misure cautelari adottate quest'anno nel Napoletano a quota 104, un balzo che testimonia l'accelerazione nella lotta all'"inquinamento economico" orchestrato dalle cosche.Potrebbe interessarti
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Le tre ditte finite nel mirino – i cui nomi non sono stati resi pubblici per ragioni investigative – operano proprio in questi ambiti sensibili. L'interdittiva, uno strumento del Codice Antimafia che sospende di fatto l'attività aziendale e blocca i rapporti con la pubblica amministrazione, è scattata dopo un'attenta analisi delle forze dell'ordine e della Divisione Anticrimine della Questura.
Motivo? Elementi concreti di "condizionamento" da parte di gruppi organizzati, come legami con pregiudicati, flussi finanziari sospetti o frequentazioni ambigue, anche se i dettagli restano coperti dal segreto istruttorio.
"Prosegue il lavoro della Prefettura per contrastare l'inquinamento dell'economia sana da parte di imprese strumentalizzate o condizionate dalla criminalità organizzata", si legge in una nota ufficiale di Palazzo di Governo, che sottolinea come queste azioni tutelino non solo l'ordine pubblico economico, ma anche la libera concorrenza e il buon andamento della Pa.
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