in foto bambino disabile
NAPOLI – Prima accolto, poi escluso perché disabile. È la vicenda denunciata dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, che assistono una famiglia napoletana al centro di un caso che solleva pesanti interrogativi sul rispetto dei diritti dei minori e sull’inclusione scolastica.
Secondo quanto riferito dai legali, il fatto sarebbe avvenuto presso la sede napoletana dell’istituto linguistico English Adventures s.r.l. (British Institutes Napoli Vomero), dove sarebbe stato negato il rinnovo dell’iscrizione a un bambino con disabilità che da tre anni frequentava regolarmente i corsi di lingua inglese.
«La direzione – spiegano gli avvocati Pisani – ha comunicato alla famiglia che la scuola non sarebbe in grado di gestirlo in aula, una motivazione che riteniamo gravissima e contraria a ogni principio di civiltà, oltre che alle norme sull’inclusione scolastica».
Il minore, raccontano i legali, ha sempre partecipato con serenità e profitto alle attività didattiche, senza alcun problema di convivenza o rendimento. Eppure, all’atto del rinnovo dell’iscrizione per il nuovo anno, la scuola avrebbe comunicato il diniego in modo improvviso e senza giustificazioni plausibili.
Nonostante la famiglia avesse offerto di garantire a proprie spese la presenza di un educatore di supporto, la direzione dell’istituto avrebbe respinto anche questa soluzione. «Una chiusura incomprensibile – commentano i legali – che aggrava la lesione della dignità del bambino e dei suoi genitori».
Per questo motivo, gli avvocati Angelo e Sergio Pisani hanno inviato una formale diffida all’istituto, chiedendo:
scuse pubbliche per l’accaduto;
il risarcimento dei danni morali e materiali subiti dalla famiglia;
l’adozione di misure interne di formazione e revisione organizzativa, per evitare che episodi simili possano ripetersi.
La vicenda è stata inoltre segnalata al Ministero dell’Istruzione e del Merito, all’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e al Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, che ora potrebbero avviare le verifiche del caso.
«L’inclusione – sottolineano i legali – non è un favore, ma un dovere morale e giuridico. Un istituto che si definisce educativo non può chiudere le porte a un bambino solo perché ha una disabilità. È una pagina buia per Napoli e per la scuola italiana».
Il caso, ora al centro dell’attenzione pubblica, riaccende il dibattito sul diritto allo studio e sulla necessità di garantire pari opportunità ai minori con disabilità, in ogni ambiente formativo, pubblico o privato.
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