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Minaccia di morte al sindaco di San Giuseppe Vesuviano: "Muori se non ti dimetti entro 5 giorni"

Un finto manifesto funebre affisso negli uffici comunali terrorizza Michele Sepe, che ha sporto immediata denuncia. Il PD di Napoli denuncia un "atto vile" e invoca indagini rapide per tutelare l'amministrazione
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Napoli – Un clima di terrore si è abbattuto sul Comune di San Giuseppe Vesuviano, piccolo centro alle falde del Vesuvio a una ventina di chilometri da Napoli, dove un inquietante manifesto funebre è stato rinvenuto affisso in una stanza degli uffici comunali.

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La sinistra missiva, redatta come un annuncio mortuario, recita testualmente: "Il sindaco muore se non si dimette entro 5 giorni". Il bersaglio è chiaro: il primo cittadino Michele Sepe, eletto alla guida della cittadina nel luglio 2024 e impegnato in un'agenda di riforme per contrastare le infiltrazioni criminali nel territorio vesuviano.
Il ritrovamento, avvenuto nella mattinata di oggi, ha immediatamente mobilitato le forze dell'ordine. Sepe, visibilmente scosso ma determinato a non cedere alle intimidazioni, ha sporto denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri.
"Non mi lascerò fermare da chi vuole ostacolare il cambiamento che San Giuseppe Vesuviano merita", ha dichiarato il sindaco ai cronisti accorsi sul posto, confermando che le indagini sono già in corso per identificare l'autore del gesto e ricostruire le modalità di affissione.
Fonti investigative, contattate da questa redazione, parlano di un'operazione rapida e discreta: il manifesto, stampato in modo rudimentale su un foglio A4, è stato incollato con nastro adesivo su una porta interna, suggerendo un'azione notturna o in orario non di servizio.San Giuseppe Vesuviano, con i suoi circa 27mila abitanti, è un territorio storicamente segnato da tensioni sociali e presenze mafiose legate al clan dei Casalesi e ad altre cosche locali.
L'amministrazione Sepe, insediatasi da poco più di un anno, ha puntato su politiche di trasparenza e legalità, inclusi interventi contro l'abusivismo edilizio e il recupero di fondi per i servizi pubblici.
Esperti del settore ritengono che proprio questi sforzi possano aver provocato la reazione di gruppi ostili al rinnovamento, in un contesto dove le intimidazioni agli amministratori non sono una novità: basti pensare ai numerosi episodi di danneggiamenti e minacce registrati negli ultimi anni nei comuni vesuviani.La notizia ha suscitato un'ondata di indignazione trasversale.
Il Partito Democratico metropolitano di Napoli, attraverso il segretario Giuseppe Annunziata, ha definito l'episodio "un atto vile e intollerabile, una minaccia gravissima che offende l'intera comunità". In una nota diffusa nel pomeriggio, Annunziata ha espresso "la propria solidarietà piena e convinta al sindaco Sepe e a tutta la sua squadra", ribadendo la fiducia nelle autorità competenti.
"Siamo certi che faranno piena luce sull'accaduto, garantendo la massima tutela al sindaco e agli amministratori. Nessuno possa pensare di fermare, con triviali intimidazioni, il lavoro per la legalità nei nostri territori", ha concluso il dirigente dem, auspicando un intervento coordinato tra Procura e Prefettura per rafforzare le misure di sicurezza.
Al momento, non emergono rivendicazioni né sospetti concreti, ma le telecamere di videosorveglianza del Comune – recentemente potenziate proprio per prevenire atti vandalici – potrebbero fornire indizi preziosi. Sepe, nel frattempo, ha convocato per domani un consiglio comunale straordinario per discutere dell'accaduto e riaffermare l'impegno dell'amministrazione.
In un post sui social, il sindaco ha invitato i cittadini a "unirsi contro la paura, per un futuro senza ombre".L'episodio solleva interrogativi preoccupanti su quanto sia fragile la democrazia locale in aree come il Napoletano, dove il contrasto alla criminalità organizzata richiede non solo coraggio individuale, ma un sostegno istituzionale capillare. Mentre le indagini procedono, San Giuseppe Vesuviano attende risposte: il countdown di "5 giorni" impresso sul manifesto è un monito che nessuno può ignorare.
RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 28 Ottobre 2025 - 13:30 - Gustavo Gentile

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