Marano – Minacce, insulti e percosse. Il motivo? Un disaccordo sulla terapia. È finito a processo, con una condanna in rito abbreviato, un paziente che ha aggredito il proprio medico di famiglia nello studio di Marano, in provincia di Napoli, dopo che il dottore si era rifiutato di prescrivere i farmaci da lui richiesti.
L'episodio, risalente alla scorsa primavera, ha avuto origine da una banale visita per una tracheite. Al termine del consulto, il medico – operando "in scienza e coscienza", come sottolineato in seguito dai colleghi – ha ritenuto più appropriato prescrivere una specialità farmaceutica in "fascia C", a pagamento per l'assistito, invece del medicinale richiesto dal paziente. L
a reazione dell'uomo è stata violenta, con insulti, minacce e un'aggressione fisica ai danni del professionista, il quale ha poi sporto denuncia.
Nei giorni scorsi, il Tribunale di Napoli Nord ha emesso la sentenza di primo grado. Il giudice, riconosciute le attenuanti generiche e valutato il rito abbreviato, ha condannato l'imputato a un anno e due mesi di reclusione.
L'uomo ha l'obbligo di svolgere 30 ore di lavori socialmente utili non retribuiti a favore della collettività.Potrebbe interessarti
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La pena è stata sospesa condizionalmente, ma il provvedimento include anche il pagamento delle spese processuali e l'obbligo di svolgere 30 ore di lavori socialmente utili non retribuiti a favore della collettività.
La sentenza si inserisce nel solco del giro di vite voluto dal governo con un decreto dello scorso anno, che ha inasprito le pene per i reati di violenza e minaccia contro gli operatori sanitari. La norma, che prevede anche l'arresto in flagranza differita in caso di reati documentati da telecamere, ha modificato il codice penale elevando la reclusione da uno a cinque anni e le multe fino a 10.000 euro per questi crimini.
La reazione dei medici: "Soddisfazione ma amarezza"
La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) di Napoli ha accolto con soddisfazione il provvedimento, pur esprimendo l'amarezza di fronte a un episodio che lede il rapporto di fiducia medico-paziente.
«Accogliamo con soddisfazione una giustizia che, in questo caso, si è mossa con tempestività ed efficacia», ha commentato Luigi Sparano, segretario provinciale Fimmg Napoli. «Tuttavia, non possiamo dimenticare che ogni episodio di violenza ai danni di un medico rappresenta una sconfitta per l'intero sistema sanitario e per la società. Dietro ogni camice bianco c'è una persona che lavora per il bene dei cittadini».
Le criticità organizzative del Servizio Sanitario Nazionale, come liste d'attesa e disagi, non possono, secondo i medici, ricadere sulla relazione individuale con il paziente.
«La relazione di fiducia tra medico e paziente è il fondamento stesso della medicina di famiglia», ha concluso Sparano. «Senza rispetto reciproco, ascolto e responsabilità condivisa, nessun percorso di cura può davvero funzionare. È su questo patto, che va preservato e difeso, che si costruisce la salute di una comunità».
La condanna di Marano diventa così un monito legale e un simbolo della necessità di ricostruire un'alleanza terapeutica, dove la competenza del medico e la dignità della persona siano sempre e comunque al di sopra di ogni pretesa violenta.
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