nella foto manifestazione a porta capuana
Napoli - Porta Capuana si ribella. Dopo l’ennesimo episodio di violenza ai danni di una donna, avvenuto due giorni fa a pochi passi dal monumentale arco rinascimentale, i residenti e i commercianti del quartiere hanno deciso di scendere in strada per dire basta al degrado e alla paura.
Una manifestazione spontanea, nata dal basso, che ha visto decine di persone riunirsi in piazza Enrico De Nicola, tra striscioni, cartelli e rabbia. «Non possiamo più vivere così – racconta Maria, 56 anni, che gestisce una piccola salumeria sotto i portici –. Ogni sera vediamo risse, spaccio, furti. E ora anche violenze sulle donne. La zona è abbandonata a sé stessa».
Sulla stessa linea anche Antonio, barista con il locale affacciato sulla piazza: «Dopo una certa ora qui non passa più nessuno, solo gente che fa paura. Noi teniamo aperto solo di giorno perché la sera non ci sentiamo sicuri. Serve presenza delle forze dell’ordine, non solo dopo i fatti di cronaca».
Al presidio hanno partecipato anche esponenti di associazioni del territorio e volontari che da anni cercano di restituire dignità al quartiere. «Porta Capuana non è solo degrado – spiega Rosaria Ferraro, del comitato “Vivi la Porta” –. Qui c’è una comunità viva che prova a reagire, ma servono interventi veri: più controlli, ma anche servizi, pulizia, illuminazione. La sicurezza passa anche dalla cura del territorio».
A raccogliere le istanze dei manifestanti è arrivato il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, che dopo aver ascoltato cittadini e commercianti ha convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il vertice, svoltosi in prefettura, ha fatto il punto su una serie di zone “sensibili” della città, tra cui i Quartieri Spagnoli e proprio l’area di Porta Capuana, teatro negli ultimi mesi di un crescendo di episodi di microcriminalità, degrado e tensione sociale.
«Abbiamo chiesto pattuglie fisse, più controlli serali e videosorveglianza – dice un residente storico, Gennaro, 68 anni –. Ma non possiamo continuare a denunciare senza vedere risultati. Porta Capuana è una delle porte storiche di Napoli, dovrebbe essere un simbolo, non una vergogna».
Intanto, alcune associazioni locali stanno cercando di reagire con iniziative culturali e progetti sociali. «Organizziamo laboratori per i ragazzi e attività per i senza dimora – spiega Anna, volontaria di un centro sociale della zona –. Lo facciamo perché crediamo che la risposta al degrado non sia solo la repressione, ma anche la partecipazione e la cura collettiva».
Mentre il quartiere prova a rialzarsi, resta forte la sensazione di abbandono. E la paura che, passata l’emozione del momento, tutto torni come prima. «Ogni volta è la stessa storia – sospira un commerciante –. Si parla per due giorni e poi il silenzio. Ma noi non ci arrendiamo: questa piazza è casa nostra e vogliamo riprendercela».
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E un peccato che in una zona cosi bella ci sia tanto degrado e violenza. La gente ha ragione a manifestare perche non si può vivere in queste condizioni. Speriamo che le autorità facciano qualcosa di concreto per migliorare la situazione.