Mancato femminicidio a Terzigno
Un gesto improvviso, feroce, che solo per un caso non si è trasformato nell’ennesimo femminicidio.
L’aggressore, un uomo di 40 anni, abita nell’appartamento immediatamente sotto quello della vittima. Da tempo tra i due c’erano attriti continui, discussioni di condominio come tante: panni stesi male, rumori molesti, tacchi sul pavimento, l’auto nel posto sbagliato.
L’ultima lite, però, è degenerata nel sangue.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo avrebbe chiuso la fornitura dell’acqua alla vicina, ben sapendo che lei sarebbe scesa per riaprirla. Un gesto premeditato, calcolato. Nel frattempo, in cucina, avrebbe afferrato un grosso coltello da cucina e si sarebbe appostato nei pressi dei contatori, al piano terra.
Quando la donna è arrivata, ignara, lui l’ha colpita al petto con violenza. La lama ha sfiorato lo sterno, disegnando un segno tra i due seni, ma non ha toccato organi vitali. “Un miracolo”, hanno detto i medici che l’hanno soccorsa.
L’uomo, subito dopo l’aggressione, si è barricato in casa. I carabinieri della stazione di Terzigno, allertati dai vicini, lo hanno raggiunto e, dopo brevi trattative, sono riusciti a entrare e bloccarlo. Il coltello, ancora insanguinato, era sul tavolo della cucina.
Il 40enne è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e trasferito in carcere. La donna, ricoverata in ospedale, non è in pericolo di vita ma resta sotto osservazione.
Quella di Terzigno poteva essere l’ennesima storia di una donna uccisa, vittima di una violenza che in Italia non conosce tregua.
Da inizio anno, il numero dei femminicidi continua a crescere, con una frequenza che non lascia più spazio all’indifferenza. Mariti, ex compagni, parenti, vicini di casa: cambia il volto dell’aggressore, ma resta la stessa ferocia, lo stesso disprezzo di fondo per la vita e la libertà delle donne.
Dietro ogni tentato omicidio come questo si nasconde un dramma collettivo: una società che non riesce ancora a prevenire, educare, intervenire in tempo.
E ogni volta che una donna sopravvive, come la 32enne di Terzigno, è solo per un caso. Ma non dovrebbe mai essere questione di fortuna.