Una vera e propria montagna di merci false, pericolose o ingannevoli. Ammonta a quasi 527 milioni il numero di prodotti sequestrati dalla Guardia di Finanza nei primi nove mesi del 2025, un bilancio record presentato oggi a Bari in occasione della 5° "Giornata della lotta alla contraffazione per gli studenti".
L'evento, organizzato dal MIMIT e dal Ministero dell'Istruzione e del Merito presso la Legione Allievi delle Fiamme Gialle, ha fornito la cornice per illustrare i risultati di un'azione investigativa massiccia: circa 9.000 interventi eseguiti su tutto il territorio nazionale, che hanno portato alla denuncia di 3.344 responsabili.
L'analisi dei dati rivela una minaccia crescente per la salute pubblica: il grosso dei sequestri, ben 450 milioni di articoli, riguarda infatti prodotti non conformi agli standard di sicurezza europei. Questi sono stati intercettati grazie a 3.696 controlli mirati, che hanno portato alla segnalazione di 580 responsabili.
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Ma la lotta al falso non colpisce solo i produttori. Per la prima volta, il bilancio include l'applicazione delle nuove norme (legge n. 206/2023) contro i consumatori consapevoli: sono state contestate 1.609 violazioni ad acquirenti di beni falsi, che ora rischiano sanzioni fino a 7.000 euro.
Tra le operazioni più eclatanti spiccano quella di Torre Annunziata, dove è stata smantellata un'organizzazione dedita alla commercializzazione di fitofarmaci pericolosi (9 misure cautelari e 8 milioni di euro sequestrati), e quella di Foggia, con il sequestro di 1,3 milioni di litri di vino privi di tracciabilità (valore 4,3 milioni). A Napoli, invece, sono stati confiscati 1,4 milioni di giocattoli non sicuri, molti dei quali con marchi contraffatti di famosi personaggi animati.
Un fenomeno, quello della contraffazione, che si combatte su scala globale e sempre più digitale. Le Fiamme Gialle collaborano stabilmente con Europol, Interpol e OLAF, intensificando il monitoraggio del web e del dark web per individuare venditori e piattaforme illegali. Le principali rotte del falso, confermano gli investigatori, partono da Cina, Hong Kong e Turchia.






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