
Colpo al narcotraffico dei Monti Lattari: sulla 'Giamaica d'Italia' sequestrata una tonnellata e mezza di cannabis.
C'è un odore aspro e inconfondibile che si leva dalle valli impervie dei Monti Lattari, mescolandosi a quello della terra umida e dei castagni. È l'odore della cannabis, coltivata su terrazzamenti strappati alla montagna, in quella che è diventata la "Giamaica d'Italia".
A questo business illegale, i Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia hanno inferto l'ennesimo duro colpo con il bilancio finale dell'operazione "Continuum Bellum 3": una campagna durata mesi che ha portato al sequestro di 1.5 tonnellate di piante di cannabis, per un valore di mercato stimato in oltre mezzo milione di euro.
La guerra tra i sentieri dei narcos
L'operazione, giunta al suo terzo anno consecutivo, non è una semplice perlustrazione, ma una vera e propria attività di contro-guerriglia. I militari si muovono in fila indiana, tra rovi e sentieri scoscesi, spesso guidati solo dal rumore sordo delle pale degli elicotteri del 7° Nucleo di Pontecagnano.
Dall'alto, l'occhio elettronico dei velivoli perlustra le creste tra Gragnano, Lettere e Casola di Napoli, cercando di individuare le radure nascoste dalla fitta vegetazione.
A supportare i Carabinieri locali ci sono gli specialisti, gli Squadroni Eliportati Cacciatori "Calabria" e "Sicilia", unità d'élite addestrate a operare in contesti rurali e ostili, proprio come le zone aspromontane da cui provengono.
Il loro compito è scovare, campionare e distruggere le piantagioni, spesso nascoste in canyon e dirupi inaccessibili. Il microclima di quest'area, con la sua perfetta esposizione al sole, l'abbondanza d'acqua e i fertili terreni vulcanici, trasforma un paradiso naturale in una gigantesca serra a cielo aperto per i clan.
Il bilancio dell'operazione
I numeri di "Continuum Bellum 3" fotografano la vastità del fenomeno:
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1,5 tonnellate di biomassa sequestrata, da cui si sarebbero potuti ricavare circa 95 kg di marijuana pronta per le piazze di spaccio.
47 kg di marijuana già essiccata e confezionata, trovata durante i blitz.
6 persone arrestate e 2 denunciate, tra cui coltivatori, custodi delle piantagioni e intermediari della filiera criminale.
Sequestrate anche armi, munizioni e polvere da sparo, a conferma del legame indissolubile tra narcotraffico e violenza.
Una lotta senza fine: da "Fiume Bianco" a oggi
"Continuum Bellum" è solo l'ultimo capitolo di una guerra ventennale che lo Stato combatte sui Monti Lattari. I nomi delle operazioni passate risuonano ancora come cicatrici sul territorio: da "Fiume Bianco" a "Piazza Pulita", blitz che negli anni hanno portato ad arresti eccellenti e sequestri milionari, smantellando le reti dei clan Afeltra-Di Martino e di altre famiglie camorristiche che su questa "erba maledetta" hanno costruito imperi.
Tuttavia, il business si adatta. I narco-coltivatori si spingono sempre più in alto, utilizzando droni per sorvegliare i propri campi e sistemi di irrigazione improvvisati per raggiungere appezzamenti un tempo ritenuti troppo difficili. Ogni pianta racconta una storia di organizzazione criminale: semi importati, turni di guardia armati e tecniche agronomiche sofisticate per massimizzare la resa del principio attivo.
L'operazione odierna ribadisce una verità: le montagne che un tempo custodivano pastori e contadini oggi sono un fronte caldo nella lotta alla criminalità organizzata. Una battaglia combattuta metro per metro, pianta per pianta, in cui lo Stato continua a dimostrare la sua strenua resistenza.
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