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Napoli – Un "attacco ingiusto e pericoloso" che rischia di spezzare le catene di produzione di uno dei tesori più preziosi del Belpaese: la pasta italiana.
Con l'annuncio di dazi doganali fino al 107% sulle importazioni negli Stati Uniti, a partire dal primo gennaio 2026, l'amministrazione Trump ha acceso i riflettori su una guerra commerciale che colpisce dritto al cuore della Campania, terra di eccellenze agroalimentari come Gragnano, la "patria della pasta" riconosciuta dall'Unesco.
Franco Cascone, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Campania, non usa mezzi termini: è un "colpo al cuore del Made in Italy", e la Regione deve guidare la controffensiva per salvare centinaia di famiglie, artigiani e lavoratori dal baratro.
L'allarme è scattato nelle ultime ore, dopo la decisione del Dipartimento di Commercio statunitense di imporre tariffe aggiuntive del 91,74% – sommate al 15% già previsto per le quote Ue – su prodotti di giganti come Barilla, Molisana e Garofalo, accusati di presunto "dumping" sui mercati a stelle e strisce.
Un'escalation che, secondo stime preliminari, potrebbe azzerare fino al 30% delle esportazioni italiane verso gli Usa – circa 200 milioni di euro annui solo per la pasta – con ripercussioni devastanti su un settore che impiega oltre 4.000 addetti in Campania sola. Da Gragnano a Torre Annunziata, passando per Napoli, i pastifici familiari e le medie imprese che trasformano grano duro in spaghetti e penne Igp rischiano di vedere i loro mercati evaporare overnight, lasciando sul campo generazioni di know-how e passione.
Cascone, in un intervento che echeggia l'allarme lanciato dal segretario di Casartigiani Napoli Fabrizio Luongo, dipinge un quadro drammatico ma intriso di orgoglio regionale. "I dazi americani rappresentano una minaccia diretta per centinaia di aziende campane, artigiani e lavoratori – spiega l'esponente azzurro –.
È un colpo al cuore del Made in Italy e della nostra identità produttiva. La pasta campana non è solo un'eccellenza alimentare, ma un simbolo della nostra storia e della nostra capacità di trasformare il lavoro in valore. Dietro ogni pastificio, grande o piccolo, ci sono famiglie, investimenti, generazioni di esperienza".
Parole che risuonano nei vicoli di Gragnano, dove l'aria sa ancora di semola essiccata al sole e di trafile in bronzo, e dove l'export verso gli States rappresenta una fetta vitale del Pil locale, spesso superiore al 20% per le piccole realtà artigiane.Ma Cascone non si ferma alla denuncia: lancia un appello per un fronte unito, con la Campania in prima fila.
"Serve una risposta forte e coordinata tra Governo, Regione e sistema camerale, per attivare tutte le leve diplomatiche e commerciali necessarie – prosegue –. L'Italia deve muoversi in sede europea e al Wto, ma la Campania non può restare spettatrice: occorre una cabina di regia regionale che affianchi le associazioni di categoria come Casartigiani e difenda le nostre imprese sui mercati internazionali".
Un piano d'azione che, se accolto, potrebbe includere aiuti alle esportazioni, diversificazione verso Asia e Medio Oriente, e persino campagne di branding per rilanciare il "made in Campania" oltreoceano. Intanto, da Roma arriva il sostegno: il governo italiano ha già convocato l'ambasciatore Usa per un confronto urgente, mentre l'Ue si schiera compatta al fianco di Bruxelles, pronta a rispondere con contromisure simmetriche su prodotti americani.
Il settore agroalimentare campano, che vanta un export da oltre 2 miliardi di euro annui e impiega 100.000 persone, non è nuovo a queste tempeste transatlantiche. Ricordiamo i dazi sull'acciaio e l'alluminio del 2018, o le dispute sul Parmigiano Reggiano: ogni volta, la resilienza italiana ha prevalso, ma stavolta il bersaglio è un'icona quotidiana, un prodotto che finisce in milioni di piatti americani ogni sera.
"Difendere la pasta campana significa difendere il lavoro, la qualità e la reputazione della nostra terra – conclude Cascone con un tono di sfida –. Forza Italia sarà in prima linea, perché la vera politica è quella che tutela chi produce, non chi promette".
Mentre i forni di Gragnano continuano a ronfare e i limoni della Costiera Sorrentina – altro gioiello campano – osservano in silenzio, la domanda è una sola: riuscirà la Campania a trasformare questa minaccia in opportunità, o i dazi di Trump diventeranno l'ennesimo capitolo di una globalizzazione che punisce i più deboli? Le prossime settimane, tra vertici Ue e appelli al dialogo, diranno se la "pasta power" italiana saprà resistere, come i suoi spaghetti intrecciati, a questa prova del fuoco.
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E un articolo che fa rifletire su le conseguenze di questi dazi sulle importazioni. La pasta italiana è un simbolo della nostra cultura e tradizione, quindi è importante che venga tutelata. Speriamo che il governo possa agire in tempo.