Per anni, nei rioni popolari di Scampia, non si muoveva una foglia senza il permesso di Luigi Diano, detto Cicciotto.
Era lui l’uomo degli Amato-Pagano nella zona più delicata: i Sette Palazzi, lo Chalet Baku e l’Oasi del Buon Pastore. Luoghi che non sono solo cemento e palazzoni, ma vere e proprie macchine da soldi, grazie a piazze di spaccio attive ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette.
Cicciotto non aveva il carisma dei grandi boss, né l’aria da guappo di quartiere che si mette in mostra. Era piuttosto un funzionario della camorra, un organizzatore pragmatico. Da Melito e Mugnano – roccaforti storiche del clan Amato-Pagano – gli avevano affidato il compito di gestire il quartiere più famoso del mondo per droga, e lui lo faceva con discrezione ma con fermezza.
I collaboratori di giustizia lo descrivono come un coordinatore meticoloso: teneva i contatti con i pusher, controllava i turni degli spacciatori, incassava le quote dei cosiddetti “privati” – quei venditori indipendenti che potevano muoversi solo se pagavano la loro percentuale al clan. Non era solo una questione di droga: Cicciotto rappresentava la presenza visibile degli Amato-Pagano a Scampia.
A confermarlo sono sia l’ordinanza cautelare del dicembre 2024, firmata dal GIP di Napoli, in cui viene definito “organizzatore e referente” per i Lotti. Un documento che fotografa la realtà di quel periodo: gli Amato-Pagano dominavano Scampia, ancora una volta. ma anche quella di settembre scorso che ha portato all'arresto di quelli che hanno preso il suo posto ovvero i fratelli Maurizio ed Elia Cancello.
Il primo in carcere da un mese insieme con la compagna e altri sei complici il secondo, ovvero Elia il vero capo, ancora latitante con Gennaro Cifariello e Moreno Del Medico,
Ma proprio mentre i giudici scrivevano quelle carte, il terreno già stava cambiando sotto i piedi di Cicciotto.
Un equilibrio fragile
Gli Amato-Pagano avevano fatto la storia del quartiere. Nati dalla spaccatura con i Di Lauro nei primi anni Duemila, erano riusciti a scalzare il clan di Secondigliano con una guerra sanguinosa che aveva lasciato decine di morti per strada. Da allora avevano consolidato un impero, allargando i loro interessi a Melito, Mugnano e in Spagna, dove controllavano interi traffici internazionali di cocaina.
Ma a Scampia, come sempre, il potere è questione di presenza fisica.Potrebbe interessarti
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Tuttavia, a partire dalla primavera del 2024, quell’equilibrio comincia a incrinarsi. Non c’è un colpo di stato annunciato, nessuna faida dichiarata come nel 2004. Tutto avviene in silenzio, attraverso segnali impercettibili per i più, ma chiarissimi per chi vive tra quei palazzi.
Gli Amato-Pagano, pur restando potenti, sono impegnati altrove. Le inchieste giudiziarie ne hanno indebolito la catena di comando, e nuovi attori locali iniziano a farsi avanti. Tra loro, i fratelli Elia e Maurizio Cancello.
Il vuoto che apre la strada
Nel dicembre 2024, l’arresto di Cicciotto segna il punto di svolta. L’uomo che garantiva il controllo diretto del clan sugli storici rioni di Scampia non c’è più. I suoi uomini restano senza guida, e in quel vuoto si inserisce il nuovo gruppo.
Per la gente del quartiere, il cambio è immediatamente percepibile: nuove facce iniziano a farsi vedere, nuovi motorini pattugliano le strade, nuovi nomi girano nei bar e nei vicoli. Non ci vuole molto per capire che qualcosa è cambiato.
I pentiti lo descriveranno con parole semplici: “Elia Cancello, Cifariello e Raia si sono presi i Sette Palazzi, lo Chalet Baku e l’Oasi, estromettendo Cicciotto”.
Il dominio degli Amato-Pagano, costruito in vent’anni, si incrina nell’arco di poche settimane.
E mentre il quartiere registra la caduta di Cicciotto, inizia a emergere il nome che, di lì a poco, diventerà sinonimo di potere a Scampia: Elia Cancello.
1.continua





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