nella foto michele zagaria
Caserta – A San Cipriano d’Aversa, nel cuore dell’Agro aversano, un simbolo del potere criminale dei Casalesi si prepara a rinascere come laboratorio di legalità e innovazione. Sull’area di circa 13.500 metri quadrati confiscata alla famiglia del boss Michele Zagaria sorgerà il primo incubatore in Italia dedicato a imprese sociali e giovanili realizzato su un bene sottratto alla camorra.
Il progetto, finanziato dal Ministero dell’Interno attraverso il POC Legalità 2014-2020, è curato da Agrorinasce, l’Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio che gestisce oltre 150 beni confiscati alla criminalità organizzata tra Caserta e provincia. L’iniziativa segna un passo concreto nella strategia di riutilizzo produttivo dei patrimoni sottratti ai clan, trasformando le ex roccaforti del potere mafioso in motori di crescita e opportunità.
Domani, 21 ottobre alle 10.30, è previsto un momento chiave per l’avvio del progetto: la firma del protocollo d’intesa tra Agrorinasce e il Distretto Aerospaziale della Campania (Dac), presieduto da Luigi Carrino. A sottoscrivere l’accordo saranno l’amministratore delegato di Agrorinasce Gianni Allucci e la presidente Maria Antonietta Troncone. Alla cerimonia parteciperanno anche il sindaco di San Cipriano d’Aversa Vincenzo Caterino e l’assessore regionale alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione Mario Morcone.
L’intesa punta a promuovere attività formative e di trasferimento tecnologico, favorendo la nascita di start-up nei settori aeronautico e spaziale. Particolare attenzione sarà dedicata alla formazione di nuove professionalità tecniche e di piloti di droni impiegati per il controllo e il monitoraggio del territorio, in un’ottica di sicurezza e innovazione.
“Restituire questi beni alla collettività, trasformandoli in strumenti di sviluppo, è la risposta più concreta alla logica del potere criminale”, ha spiegato in più occasioni Allucci, ricordando come il lavoro di Agrorinasce rappresenti un modello nazionale di gestione dei patrimoni confiscati.
L’ex complesso di Zagaria diventerà così un luogo simbolico: da quartier generale del boss dei Casalesi a fabbrica di idee e opportunità per i giovani. Un segnale forte, che conferma come i beni sottratti alla camorra possano tornare a essere terreno fertile per la legalità, l’impresa e il futuro del territorio.